A Hong Kong e in Argentina la politica spinge la quotazione del Bitcoin

A Hong Kong e in Argentina la politica spinge la quotazione del Bitcoin - bit coin

Si è fatto un gran parlare nel corso degli ultimi tempi della sempre più evidente trasformazione del Bitcoin in un vero a proprio bene rifugio. In particolare, la regina delle criptovalute è ormai considerata una ottima alternativa per gli investitori quando si aprono focolai di crisi tali da riflettersi sui mercati aumentandone l’instabilità. Un comportamento che del resto è stato osservato anche nel corso degli ultimi giorni a Hong Kong e in Argentina.

Cosa sta accadendo ad Hong Kong?

Hong Kong è arrivata alla sua decima settimana di crisi. Gli eventi sono stati innescati dai fautori di una democrazia all’occidentale che il governo di Pechino vede come il fumo negli occhi, con le controparti chiuse nella rispettiva visione, senza apparenti punti di contatto i quali possano sgonfiare la questione e smussarne la portata. Tanto da spingere alcuni osservatori a prevedere un possibile intervento del governo cinese con una dura repressione nell’ex colonia britannica che però potrebbe vanificare gli sforzi fatti da Pechino per presentare all’esterno un volto conciliante.
Una crisi che peraltro potrebbe andare a mixarsi alla guerra dei dazi innescata da Donald Trump e che perciò, almeno al momento, la Cina sta cercando di contenere senza ricorrere alle maniere forti. Resta però da verificare il livello di sopportazione del governo comunista nel caso in cui i manifestanti dovessero alzare il livello dello scontro.

La sconfitta di Macri in Argentina

In Argentina è invece da registrare la grave sconfitta riportata da Mauricio Macrì nel corso delle elezioni primarie, succoso antipasto delle prossime presidenziali. Alle quali il presidente in carica potrebbe presentarsi alla stregua di un cavallo azzoppato, alla luce dei risultati ottenuti in questa tornata elettorale. L’opposizione, guidata dall’ex presidente Cristina Fernandez de Kirchner e dal veterano peronista Alberto Fernández, ha infatti ottenuto il 47% dei voti espressi, dando ben 15 punti di scarto alla coalizione filopresidenziale.
Una vera e propria umiliazione che non era stata preventivata, almeno per le proporzioni, dai sondaggisti e che sembra porre una pietra tombale sulle velleità di rielezione di Macrì in vista delle presidenziali programmate per il prossimo 27 ottobre.

Bitcoin in grande spolvero

Oltre che da un punto di vista politico, gli eventi di Hong Kong sono stati valutati con grande interesse dagli analisti finanziari, proprio per quanto accaduto alla quotazione del Bitcoin in entrambi i Paesi. Nella ex colonia britannica BTC ha infatti visto impennarsi la sua quotazione a più di 300 dollari di differenza rispetto a quella in vigore nel resto del globo, stando alle rilevazioni di LocalBitcoins, la nota piattaforma per lo scambio peer-to-peer di monete digitali.
Un dato che però impallidisce di fronte a quanto verificato sempre da LocalBitcoins in Argentina, ove il gap sarebbe addirittura di 1000 dollari. Un divario il quale sembra dovuto alla vera e propria ondata di panico che ha colpito la Borsa bairense, crollata del 31%, con il dollaro che si è a sua volta apprezzato del 34% sul peso. Un quadro che a detta degli analisti potrebbe spingere molti argentini ad optare per Bitcoin, nelle prossime settimane, favorendone l’ulteriore crescita.