Anche la politica italiana sembra essersi accorta della blockchain

Anche la politica italiana sembra essersi accorta della blockchain - Stefano Patuanelli

La blockchain sembra ormai destinata ad una crescita sempre più vertiginosa nel corso dei prossimi anni. Da molti è considerata la tecnologia del futuro e accreditata di un impatto sull’economia pari a quello tributato a Internet a cavallo del nuovo millennio. In Italia, però, sembra che in pochi se ne siano accorti, nonostante il fiorire di un buon numero di start-up dedicate, le quali ormai da tempo chiedono alle istituzioni di varare un quadro di norme in grado di dare certezze e aiutarle a crescere.
In attesa di una risposta concreta sul piano normativo, va però registrata la nuova attenzione verso il settore fatta registrare da Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico nel secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Il rappresentante del M5S, infatti, ha pubblicato un messaggio su Facebook nel quale ha annunciato la conclusione, proprio in questi giorni, del lavoro congiunto tra il dicastero da lui guidato, il Team Digitale e l’Agenzia per l’Italia Digitale al fine di definire le priorità di policy della European Blockchain Partnership (EBP).

Blockchain come risposta ai problemi del Made in Italy?

C’è però un’altra dichiarazione dello stesso Patuanelli che ha aperto alla speranza i cuori degli addetti italiani del settore. Si tratta di quella relativa alla proposta avanzata dal MISE in direzione del varo di soluzioni blockchain per la certificazione, a livello europeo, dei prodotti Made in Italy. Considerato come i prodotti di punta del nostro Paese e i grandi marchi di una lunga serie di settori chiave della nostra economia siano oggetto di manipolazioni e contraffazione, si può capire l’importanza dell’annuncio in questione. Non solo per le imprese tricolori che sono sottoposte a concorrenza sleale sui mercati mondiali, ma anche per un settore come quello della blockchain che potrebbe dare un valido contributo all’occupazione, ove adeguatamente sostenuto dalle istituzioni.

Cos’è EBP e perché è importante

La European Blockchain Partnership è un partenariato il cui lancio è avvenuto nell’aprile dello scorso anno. Vi partecipano 22 Paesi dell’eurozona e ha come suo principale fine la promozione della tecnologia blockchain, oltre allo sviluppo del settore all’interno del Vecchio Continente, ritenendolo con tutta evidenza strategico per permettere alle aziende europee di reggere la sfida della competizione globale.
L’Italia è entrata a farne parte ufficialmente nel mese di settembre, quando Mirella Liuzzi, Sottosegretario allo sviluppo Economico aveva precisato come l’adesione del nostro Paese a EBP fosse il primo passo non solo per contare di più ai tavoli europei, ma anche per poter dettare la propria linea sui processi collegati ad innovazione e tecnologie di ultima generazione. Un compito che era stato disatteso dai governi precedenti, come dimostra appunto il fatto che l’Italia non era tra i Paesi fondatori della partnership.
La stessa Liuzzi ha in eguito partecipato al vertice europeo sulle nuove tecnologie, che è stato organizzato a Malta (denominata Blockchain Island proprio per l’attenzione riservata al fenomeno) nell’ambito dell’EuroMed 7. Proprio durante quell’incontro tra i principali temi in discussione era emerso il ruolo determinante delle tecnologie emergenti per lo sviluppo dell’Europa meridionale, suggellato dalla firma di una dichiarazione congiunta sul futuro dell’ecosistema digitale dell’area mediterranea.