Arsenal firma accordo con CashBet per le criptovalute

Arsenal firma accordo con CashBet per le criptovalute: il club londinese diventa il primo al mondo a promuovere un simile business.

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L’Arsenal è diventato il primo grande club di calcio a firmare un accordo per promuovere dei servizi per le criptovalute. Il club ha infatti comunicato di aver raggiunto un accordo con la società CashBet, che sta pianificando di lanciare la propria valuta CashBet Coin nel breve termine: proprio la nuova valuta sarà l’oggetto delle pubblicità nelle partite casalinghe di Premier League della squadra londinese.

Ricordiamo che CashBet è una società di gaming online californiana costituita nel 2012, e che ora ha approntato le ultime fasi per lanciare ufficialmente la propria una Initial Coin Offering (ICO): il suo obiettivo è quello di raccogliere 40 milioni di dollari chiedendo ai propri investitori di comprare token CashBet, che potranno poi essere utilizzati per scommettere sui suoi vari giochi online.

Il responsabile dell’ufficio marketing dell’Arsenal, Vinai Venkatesham, ha dichiarato di “non vedere l’ora di lavorare con CashBet Coin nel lancio della loro nuova criptovaluta”. Tuttavia, la BBC si è anche interrogata su quanto possa essere sostenere un business molto volatile, e se con tale azione promozionale non si corra il rischio di incoraggiare i fan a scommettere con CashBet Coins.

Gli ICO sono diventati un modo estremamente popolare tra le aziende, uno strumento utile per poter raccogliere fondi senza passare attraverso i canali ordinari creditizi. Tuttavia, si tratta di operazioni non regolamentate, e gli investitori che acquistano i token ICO non hanno alcuna partecipazione “reale” nel business societario, e non ricevono dividendi (come invece avverrebbe con le azioni). Sperano, più semplicemente, di trarre profitto dal valore crescente della criptovaluta così nascente.

Naturalmente, è invece regolato dalla UK Gambling Commission e dalla Alderney Gambling Control Commission il bookmaker protagonista della ICO, ma un portavoce della stessa azienda ha comunque ammesso che tale tutela non può applicarsi al nuovo business in criptovaluta.