Dollaro digitale: realtà o utopia?

In una lettera indirizzata a Jerome Powell, due membri del Congresso statunitense hanno domandato al presidente della Federal Reserve di prendere in considerazione lo sviluppo di una criptovaluta sostenuta dal governo. In breve, nella lettera emerge come questo processo sia inevitabile, e sia necessario per stare al passo con il resto del mondo.

Ad ogni modo, Powell ha già versato acqua fredda sull’idea di un “dollaro digitale”. E non è solo in questa visione antagonista, con molti autorevoli esponenti che sostengono che le valute digitali delle banche centrali abbiano un impatto negativo sul paesaggio economico di un Paese, soffocando il commercio.

Dollaro digitale: un progetto che non prenderà mai piede?

In quella che sta diventando una questione bipartisan, French Hill e Bill Foster hanno scritto le loro preoccupazioni per la mancanza di una moneta digitale nazionale. Nella loro lettera a Powell, hanno richiamato l’attenzione sull’evoluzione del denaro e dei pagamenti. E, allo stesso tempo, hanno espresso le loro preoccupazioni per il fatto che gli Stati Uniti siano rimasti indietro sotto questo profilo, affermando che potrebbe diventare sempre più importante assistere a una Federal Reserve che prende in mano il progetto di sviluppare una valuta digitale in dollari USA.

Per sostenere tale progetto, i due firmatari hanno citato uno studio della Banca dei regolamenti internazionali, che mostra che oltre 40 Paesi hanno già sviluppato o stanno sviluppando una moneta digitale nazionale.

Ad esempio, la Svezia sta lavorando al progetto e-Krona da diverso tempo, e l’Uruguay sta sviluppando il suo e-Peso. Senza dimenticare la Cina, che si dice che nei prossimi mesi lancerà i suoi Yuan digitali, tutti modellati sulle tecnologie di base della criptovaluta.

Come tali, Hill e Foster cercano chiarimenti sulla posizione di Powell nei confronti di una valuta digitale statunitense. Ma è comunque chiaro che l’intento di fondo sia quello di stimolare l’azione nello sviluppo di una valuta digitale.

Powell invita cautela

Sebbene Powell non abbia ancora risposto alla lettera, è noto come il numero 1 della Federal Reserve abbia già espresso cautela per quanto riguarda i dollari digitali.

Per esempio, nel corso di una conferenza tenutasi a Zurigo, qualche settimana fa, ha dichiarato che una moneta digitale nazionale solleva diverse questioni importanti. In primo piano c’è la sicurezza informatica, ma non è da sottovalutare il fatto che Powell sia dubbioso sull’esistenza di una effettiva domanda per questi asset, considerato che – disse – “i consumatori hanno un sacco di opzioni di pagamento, e non lo stanno chiedendo a gran voce”.

Dopo aver toccato questi temi, Powell ha anche affermato che le banche sono una componente necessaria del panorama finanziario statunitense. E non è chiaro cosa accadrà alle banche in un sistema con le criptovalute, valutato che rimuovendo le banche come intermediario tra la Fed e i consumatori attraverso l’uso della criptovaluta, il paesaggio finanziario diventa un paesaggio finanziario di stagnazione. Per questo motivo, è facile capire perché Powell sia un po’ apprensivo nei confronti di una moneta digitale nazionale.