Il computer quantistico di Google rappresenta una minaccia per le criptovalute?

Il computer quantistico di Google rappresenta una minaccia per le criptovalute? - vitalik buterin

Il recente annuncio dato da Google in uno dei suoi blog, relativo al raggiungimento della supremazia quantistica, ha destato non solo grande curiosità, ma anche una certa inquietudine. Un sentimento, quest’ultimo, il quale ha interessato soprattutto la comunità che si muove ormai da tempo intorno agli asset digitali. Più di qualcuno, infatti, si è chiesto se un evento di questo genere potrebbe rappresentare una reale minaccia per il network di Bitcoin. A dare una risposta al quesito hanno provveduto alcune note personalità, a partire da Vitalik Butherin.

Cosa ha detto Vitalik Buterin

Secondo l’ormai famoso ideatore di Ethereum, l’annuncio di Google non andrà ad impattare minimamente sulle criptovalute. A sua detta, infatti, il dispositivo di Google starebbe ad un vero computer quantico quanto una bomba ad idrogeno sta alla fusione nucleare. In pratica dimostrerebbe soltanto che il fenomeno esiste, ma siamo ancora molto lontani da una sua reale applicazione.
Un giudizio del resto condiviso da Andreas Antonopoulos, noto esperto di criptovalute e tecnologia blockchain, secondo il quale le criptovalute non avrebbero assolutamente nulla da temere dagli ultimi progressi effettuati da Google nel campo dell’informatica quantistica. In questo caso la motivazione risiederebbe nella constatazione che i risultati conseguiti servirebbero in fondo soltanto ad indicare l’applicabilità pratica dei computer quantici alla risoluzione di una determinata classe di problemi, i quali sono però diversi da quelli che occorre risolvere al fine di riuscire ad infrangere gli algoritmi crittografici.

Perché è nato l’allarme?

L’allarme nato tra i fautori delle monete digitali è dovuto al fatto che in teoria, i computer quantici potrebbero enormemente accelerare la risoluzione dei complessi calcoli alla base dei network Proof-of-Work, fra i quali appunto quello di Bitcoin, andandone infine a comprometterne in larga parte la sicurezza.
Oltre a Buterin e Antonopoulos, si è fatta poi sentire in questa occasione un’altra voce discordante, quella di Scott Aaronson, un teorico quantistico dell’Università del Texas, il quale ha affermato come il computer quantistico di Google debba essere visto alla stregua di una opportunità. Il motivo della sua affermazione risiede nel fatto che esso è in grado di generare numeri realmente casuali, andando in tale modo ad apportare notevoli benefici ai meccanismi di consenso Proof-of-Stake (PoS).

Le prerogative di Sycamore

Sycamore, questo il nome del prototipo a tecnologia quantistica di Google, è riuscito ad eseguire in pochi secondi un calcolo che l’attuale computer più potente al mondo, il Summit prodotto da IBM, avrebbe eseguito in diecimila anni.
Google ha utilizzato per arrivare a questo incredibile risultato un sistema da 53 qubit. Per qubit si intende il corrispettivo quantistico dell’attuale bit. La sua diversità risiede nel fatto che se nella programmazione binaria classica il bit può avere solo due valori, zero e uno, nel caso dei computer quantistici il qubit può avere questi due valori sovrapposti, ovvero essere sia zero che uno, o addirittura può riuscire ad essere tutti gli altri valori intermedi nello stesso tempo. Da questa caratteristica deriva l’enorme potenza di calcolo di quella che in molti indicano come la nuova generazione di computer.