Iran, sanzioni per l’uso di Telegram e Gram

L’Iran e le criptovalute non hanno un rapporto particolarmente sereno e, a conferma di ciò, è recentemente arrivata la notizia secondo cui il Paese starebbe vietando l’accesso all’app nei suoi tentativi di reprimere l’uso dei beni digitali, che le autorità di regolamentazione affermano essere prolifiche di utilizzi per le attività criminali.

Telegram o  Gram

Sulla base di ciò, il segretario della Criminal Content Definition Task Force Javad Javidnia ha affermato che chiunque sia sorpreso ad usare Telegram o ad utilizzare il Gram – la criptovaluta dell’app – sarà soggetto alle leggi di sicurezza nazionale e, dunque, riceverà le sanzioni appropriate.

“Uno dei fattori più importanti nel vietare Telegram è stato determinato dal senso di grave minaccia economica delle sue attività, che purtroppo è stato emarginato e trascurato a causa della confusione nell’atmosfera politica del paese” – ha precisato il segretario.

Evidentemente, l’Iran non è l’unica regione che guarda a Telegram con sospetto, tanto da considerarlo come una minaccia nazionale. In Russia, Telegram è stato vietato anche quando, nel 2018, l’applicazione di chat ha lanciato la propria offerta iniziale di moneta (ICO). I funzionari russi hanno spiegato di essere preoccupati per il piano di raccolta fondi a causa di potenziali frodi e di deficit di sicurezza per gli investitori.

Iran  e Blockchain

L’Iran ora ritiene che l’ingresso di Telegram nella blockchain e nell’ecosistema criptovalutario possa “minare la valuta nazionale”. Il Paese è già soggetto a severe sanzioni indotte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e ha subito come conseguenza una maggiore inflazione e seri danni economici.

Ad essere onesti, tuttavia, l’Iran ha sempre mantenuto un atteggiamento particolarmente negativo nei confronti della criptovaluta, arrivando a limitare l’accesso agli exchange nel 2018.

Allo stesso tempo, tuttavia, il Paese sta discutendo da anni l‘idea di costruire una propria criptovaluta come modo per evitare sanzioni in futuro, anche se sembra che i funzionari non desiderino che la “concorrenza” si metta in mezzo a tali progetti.

La Banca centrale del Paese sta lavorando con altre istituzioni per controllare l’afflusso di valute digitali in Iran, come Bitcoin, Ethereum e Litecoin, al fine di scoraggiare il loro uso e convincere i residenti a usare una potenziale moneta virtuale nazionale come unica opzione di pagamento.