La Germania verso un uso sempre più forte di blockchain e asset digitali

La Germania verso un uso sempre più forte di blockchain e asset digitali - Angela Merkel

Nei mesi passati, la Germania ha più di una volta fornito il suo appoggio alla Francia in tema di criptovalute, in particolare per quanto riguarda la necessità di dare vita ad un quadro normativo in grado di incanalarle e neutralizzarne in gran parte la vena rivoluzionaria.
Un appoggio il quale, però, non ha impedito al governo di Berlino di scegliere la strada dell’innovazione, come dimostra il documento approvato da CDU e CSU, ovvero le due maggiori forze della coalizione che sostiene Angela Merkel. Andiamo quindi a vederne i contenuti, per cercare di capire cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro in Germania.

Il documento di CDU e CSU

Il sito ufficiale dei due partiti ha reso noto all’inizio di luglio un documento in cui CDU e CSU hanno impegnato il Paese in un massiccio piano di finanziamento che interessa la blockchain, con il chiaro intento di aiutare la creazione di servizi dedicati alla pubblica amministrazione, oltre a prevedere la creazione di una stablecoin di stato ancorata all’euro.
Un piano che ha il chiaro intendimento di favorire le startup innovative sorte nel Paese mediante la creazione di un ecosistema in grado di porre le condizioni finanziarie per la loro crescita. Tutto bene? Non proprio, in quanto proprio la seconda direzione del piano tedesco sembra andare a creare un attrito di non poco conto con la Banca Centrale Europea, ancora oggi palesemente avversa al settore fintech.

L’ipotesi di una stablecoin sembra urtare la BCE

La parte più interessante e foriera di conseguenze del documento, è proprio quella relativa alla possibilità di dare vita ad una divisa virtuale nazionale, una stablecoin ancorata all’euro. E’ stata Nadine Schön (vicepresidente del gruppo parlamentare) ad impegnare il suo partito con una dichiarazione la quale sembra però destinata a provocare un certo fastidio a Francoforte, ove pure sta per arrivare quella Christine Lagarde che non ha nascosto negli ultimi tempi il suo favore per gli asset digitali. Sino a questo momento, infatti, la banca centrale ha sempre opposto una certa resistenza di fronte ad un fenomeno che punta a destabilizzare gli assetti finanziari esistenti e a democratizzare un settore visto alla stregua di una vera e propria oligarchia.

Le strade di Germania e Francia potrebbero dividersi sul tema?

Va inoltre sottolineato come proprio sul tema della divise virtuali potrebbe iniziare a prodursi una crepa nell’alleanza tra Francia e Germania che si è formata nel corso degli ultimi anni, con l’evidente intento di guidare l’eurozona.
La Francia, infatti, sembra ancora orientata ad un atteggiamento di chiusura verso le monete digitali, tanto da proporre al resto del continente un quadro normativo che se pure non decisamente contrario al loro impiego, ponga una serie di paletti i quali potrebbero contenerne la carica eversiva verso la finanza tradizionale. Se sino a qualche mese fa il governo di Berlino sembrava condividere questo orientamento, il documento di CDU-CSU sembra dare vita ad un deciso rimescolamento delle carte, con effetti che potrebbero portare ad una divaricazione di posizioni sempre più evidente tra Germania e Francia.