L’Università di Malta vara un corso su blockchain e DLT

L’Università di Malta vara un corso su blockchain e DLT - Università di Malta

L’interesse per la blockchain è sempre più marcato. A favorirlo è in particolare la percezione estremamente positiva della nuova tecnologia presso gli ambienti politici e il mondo delle imprese. Basta dare uno sguardo alle notizie che arrivano da ogni parte del mondo e relative alle tante partnership che i più svariati settori produttivi stanno varando con le aziende del settore, per capire come la blockchain sia considerata una risorsa dalle grandi potenzialità. Tanto da spingere anche il mondo accademico a prendere atto di quanto sta accadendo.

L’iniziativa dell’Università di Malta

Il sito di notizie CrowdfundInsider ha da poco riportato la notizia relativa al varo di un corso di laurea su blockchain e Distributed Ledger Technology (DLT) da parte dell’Università di Malta. Gli studenti già iscritti sarebbero 35 e nel corso del vertice DELTA avvenuto nell’isola il passato 3 ottobre, Joshua Ellul, direttore del programma e presidente della Malta Digital Innovation Authority, avrebbe dichiarato che già 15 aziende hanno provveduto a prendere contatto con gli studenti del corso.
La decisione dell’ateneo maltese è in pratica la realizzazione di una partnership intrapresa nell’estate del 2018 con la Malta Information Technology Agency (MITA) al fine di istituire una borsa di studio per blockchain e DLT da 300mila euro.
Con questa iniziativa Malta conferma la sua predisposizione all’innovazione, che già nei mesi passati gli aveva fatto guadagnare l’appellativo di “isola della blockchain”, tanto da essere considerata ormai una vera e propria antesignana nell’accoglimento della nuova tecnologia.

Le prospettive occupazionali legate alla blockchain

L’atteggiamento mostrato dalle autorità governative maltesi sembra derivante dalle prospettive sempre più brillanti di una tecnologia cui ormai gran parte del mondo produttivo guarda con grande interesse. Per capire meglio quali siano le potenzialità della blockchain, basta dare una semplice occhiata alle ricadute in termini occupazionali che sta provocando.
Il punto di partenza in tal senso è un articolo pubblicato nel 2018 dal Financial News, secondo il quale uno sviluppatore può arrivare a guadagnare facilmente 130mila dollari all’anno. Lo stipendio può poi salire decisamente nel caso dei professionisti più preparati e, quindi, più ricercati dalle aziende, i quali possono tranquillamente vedere salire il proprio emolumento ad oltre 600mila dollari all’anno.
Va poi messo in rilievo come la blockchain stia letteralmente invadendo settori come l’automotive, la moda, la grande distribuzione e in generale tutti quelli ove la certificazione dei dati può fare la differenza. Un rapporto sempre più stretto con l’apparato produttivo e dei servizi che prevede un proliferare sempre più notevole di applicazioni basate su questa tecnologia. Servono quindi figure in grado di aiutare le aziende del settore a crescere, che dal canto loro non si fanno pregare per richiederle. Proprio i lavori collegati alla blockchain sono, in questo momento, quelli che stanno evidenziando la crescita più rapida, con 14 aperture di impiego per ogni sviluppatore.
Per capire meglio quanto sta accadendo, basterebbe ricordare come in base alle statistiche di Linkedin in Italia chi possiede competenze in questo ambito può attualmente scegliere tra più di 150 proposte. Considerata la fame di lavoro che assilla il nostro Paese, anche il mondo accademico tricolore dovrebbe trarne le dovute conseguenze.