Criptovalute, rubati 1,1 miliardi di dollari da inizio 2018

Criptovalute, rubati 1,1 miliardi di dollari da inizio 2018. Ecco gli ultimi dati forniti dalla società di cybersecurity Carbon Black.

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Secondo quanto afferma un recente report da parte della società di cybersecurity Carbon Black, circa 1,1 miliardi di dollari di criptovalute sarebbero stati rubati nella prima metà del 2018 e, sfortunatamente per i proprietari, le frodi starebbero diventando sempre più semplici.

I criminali hanno infatti prevalentemente usato ciò che è noto come dark web per facilitare il furto di criptovaluta su larga scala: “è sorprendente quanto sia facile – senza alcuna competenza tecnologica -commettere crimini informatici come il ransomware” – ha dichiarato a CNBC lo stratega della Carbon Black Security, Rick McElroy. “Ad operare non sono sempre grandi gruppi criminali, ma anche singoli truffatori” – ha aggiunto.

McElroy ha poi rammentato come da quando il prezzo del Bitcoin è salito alle stelle, con un picco di oltre il 1.300% di rendimento lo scorso anno, nuovi acquirenti hanno improvvisamente invaso il mercato. E, a differenza delle banche, hanno avuto a che fare con un asset che in genere non protetto e non è assicurato da una terza parte.

Gli strumenti (per migliorare la sicurezza, ndr) ci sono, e gli investitori devono sapere come fare” – ha ancora detto McElroy – “Un sacco di persone non sono consapevoli di questo nuovo oro digitale, le persone usano i portafogli cloud e non assicurano i loro soldi”. L’esperto ha poi rammentato come gli exchange siano diventati l’obiettivo più popolare per i criminali informatici, rappresentando la destinazione per il 27% degli attacchi del 2018.

Il giapponese Mt.Gox, il più grande exchange di Bitcoin, è stato il primo a subire un attacco hacker di alto profilo nella storia delle criptovalute, tanto da aver poi dovuto presentare istanza di fallimento nel 2014 ed aver ammesso di aver perso 750.000 bitcoin dei suoi utenti e 100.000 bitcoin di quelli di proprietà dello stesso exchange. Questo gennaio, gli hacker hanno poi sottratto 530 milioni di dollari di una criptovaluta meno conosciuta, chiamata NEM, dall’exchange giapponese Coincheck. A dicembre, un altro exchange sudcoreano di criptovalute, chiamato Youbit, ha perso il 17% delle sue attività digitali, e poco dopo la sua controllante Yapian ha dovuto presentare istanza di fallimento.

Dopo gli exchange, sono le aziende il secondo gruppo di destinatari più vulnerabile agli attacchi hacker, costituendo il 21% di questa ben poco invidiabile torta. In molti casi, i criminali hackerano il sistema interno di queste società e domandano criptovaluta come riscatto. Carbon Black ha affermato che di non essere in grado di fornire i nomi delle società interessate perché alcuni degli attacchi non sono stati resi pubblici.

Infine, una piccola annotazione che forse sorprenderà qualcuno dei nostri lettori. Sebbene gli hacker spesso richiedano il pagamento in criptovaluta come forma di riscatto, pare che il Bitcoin non sia la scelta migliore, rappresentando solo il 10% circa del target criptovalutario, contro l’11% di Ethereum. I criminali sembrano invece preferire Monero, meno nota ma utilizzata nel 44% di tutti gli attacchi a causa della sua maggiore privacy e della maggiore difficoltà di tracciamento rispetto al Bitcoin. Monero ha altresì commissioni di transazione relativamente basse rispetto ai concorrenti.