Criptovalute, India stringe sul settore per favorire valuta statale? Qualche breve riflessione su ciò che accade nel subcontinente…
Durante la scorsa settimana il flusso di notizie relativo all’interruzione delle attività criptovalutarie indiane da parte di diverse fonti hanno lasciato trapelare delle speculazioni su una potenziale proibizione degli asset digitali crittografici nel subcontinente, mandando i mercati in preda al panico e causando un calo dei prezzi del Bitcoin sulla soglia dei 6.600 dollari. Con il ritorno di un maggiore buon senso, e mentre la polvere continua a depositarsi, la Reserve Bank of India ha finalmente ritenuto fosse il caso di intervenire a fare un po’ di chiarezza.
Le dichiarazioni della RBI (la banca centrale indiana) sulla criptovaluta sono incluse nel recente report “Statement on Developmental and Regulatory Policies”, pubblicato lo scorso 5 aprile. Al suo interno, una sezione dedicata proprio ai benefici e ai potenziali rischi delle criptovalute, nella quale emerge la riflessione secondo cui
le valute virtuali hanno il potenziale per migliorare l’efficienza e l’inclusività del sistema finanziario. Tuttavia, le valute virtuali, denominate in vario modo come valute criptografiche e asset crittografici, sollevano preoccupazioni, tra le altre, sulla protezione dei consumatori, sull’integrità del mercato e sul riciclaggio di denaro.
Il report dichiara inoltre che con effetto immediato
le entità regolate dalla RBI non devono trattare o fornire servizi a qualsiasi individuo o entità commerciale che tratta o regola valute virtuali.
Ma che significa? In primo luogo, che il governo indiano NON sta vietando la crittografia nel Paese. Ricordiamo infatti come, innanzitutto, l’RBI sia un organismo di regolamentazione che, come autorità bancaria centrale, controlla la politica monetaria e stabilisce la regolamentazione per quelle entità che rientrano nella sua giurisdizione, ossia le banche.
Dunque, attenzione a non confondere quanto deciso dall’istituzione bancaria con le possibili mosse del governo. Peraltro, anche se importante e potenzialmente impattante sul mercato, l’annuncio della RBI contraddice le dichiarazioni del primo ministro indiano Narendra Modi, che considera le blockchain e le criptovalute potenzialmente in grado di avere un “profondo impatto sul modo in cui viviamo e lavoriamo”.
Ma per quale motivo la Banca centrale è così severa sulle criptovalute? Forse la risposta è in un’intervista al Times of India, in cui il vice governatore B.Panungo ha dichiarato che entro la fine di giugno verrà presentata una relazione sulla fattibilità di una moneta digitale della banca centrale.
L’interesse di RBI per la propria criptovaluta è dovuto – si legge ancora nell’intervista – ai rapidi cambiamenti nel panorama del settore dei pagamenti, unitamente a fattori quali l’emergere di token digitali privati e l’aumento dei costi di gestione della carta cartacea / denaro metallico.
Insomma, possibile che la RBI voglia scoraggiare le altre criptovalute per favorire la propria?
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