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Facebook, passi in avanti e tanti dubbi sull’uso di una propria stable coin

Facebook, passi in avanti e tanti dubbi sull’uso di una propria stable coin. Crescono dubbi e preoccupazioni sui nuovi piani criptovalutari di Zuckerberg.

Anche negli ultimi giorni si è tornato prepotentemente a parlare del fatto che Facebook si stia muovendo con decisione nell’ecosistema delle criprovalute, con l’obiettivo di creare un qualche tipo di asset stable coin Facebook che possa permettere agli utenti della sua gigantesca rete di trasferire valore l’uno verso l’altro. Non è ancora noto, ricordava la CNN qualche giorno fa, il motivo per cui Facebook non si limiti a utilizzare semplicemente una criptovaluta esistente.

Criptovaluta Facebook : a che serve?

Nell’attesa di saperne di più, non si può che procedere con mere speculazioni. Per esempio, è possibile supporre che potendo attingere a una fascia così ampia di utenti, Facebook voglia destinare il proprio asset verso un sistema che dispone di più utilità reali.

Possiamo aspettarci lo stesso, peraltro, anche per Telegram, che ha deciso di costruire una blockchain da zero piuttosto che affidarsi a quelle già esistenti, tra le più affidabili.

Chiarito ciò, rimangono aperti numerosi punti di discussione. Per esempio, se la criptovaluta viene emessa da Facebook, a sua discrezione, senza una vera e propria governance decentrata, si può qualificare effettivamente come vera e propria criptovaluta?

Appare evidente, anche dalle domande senza risposta che poco fa abbiamo avanzato, che i piani di crittografia di Facebook (vedi lo scetticismo su Criptovaluta Facebook )non siano ancora abbastanza chiari e avanzati per poter fornire un coerente riscontro. Una cosa sembra però essere certa: la blockchain può essere usata per qualsiasi cosa.

Supposizione su Facebook 

  • Può essere usata per aumentare la libertà personale – o per portarla via.
  • Può essere usata per immagazzinare valore
  • monitorare e gestire le catene di approvvigionamento
  • permettere di votare in modo sicuro.

A proposito  di utilità, negli ultimi giorni Zuckerberg è intervenuto chiedendo ai governi maggiori interventi sul rispetto dei dati e della privacy.

Ed è proprio qui che salta agli occhi l’aspetto più scottante: se Facebook emette i propri token, sarà in grado di gestire elementi informativi come, per esempio, per quanto tempo si è detenuto il token, a chi è stato ceduto, per cosa è stato usato, e così via?

 

Roberto Rais

Grande appassionato di criptovalute, scrittore ormai da tempo per la nostra redazione, particolarmente attento alle blockchain e quotazioni delle criptovalute.

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Roberto Rais
Tags: Facebook

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