Sebbene la nazione più popolata del mondo sia contraria all’industria delle criptovalute da quasi un decennio, quest’anno il paese ha fatto un ulteriore passo avanti nella sua posizione ostile. A maggio non solo ha ribadito il divieto, ma lo ha anche intensificato inseguendo i minatori, molti dei quali hanno dovuto chiudere i loro servizi o trasferirsi in altri ambienti più amichevoli.
Più tardi, a settembre, la banca centrale cinese ha anche vietato a tutte le organizzazioni locali di trattare con società associate allo spazio delle risorse digitali. In qualche modo prevedibile, questi sviluppi hanno portato a cali di prezzo a breve termine per il BTC e il resto del mercato, anche se non sono esattamente nuovi. Questo è stato anche uno dei momenti migliori per comprare Bitcoin.
Edward Snowden, forse il più famoso informatore della nostra generazione, è intervenuto sulla questione. Lo ha portato su Twitter per indicare che questo divieto cinese ha “appena reso Bitcoin più forte”.
Snowden ha anche parlato dei movimenti dei prezzi di BTC dallo scorso marzo, quando è sceso sotto i 4.000 dollari durante il crollo del mercato indotto dal COVID-19. Allora, ha twittato sull’acquisto di più parti del bene poiché questo calo giornaliero del 50% era “troppo panico e troppo poco motivato”.
Essere più di 10 volte superiore a quel valore da allora è una pietra miliare impressionante, soprattutto considerando il fatto che BTC è stato bandito (di nuovo) in Cina in questo lasso di tempo.
Pertanto, il numero di persone che credono che il divieto cinese possa effettivamente avvantaggiare bitcoin continua ad aumentare, con alcuni che affermano addirittura che altre nazioni, come gli Stati Uniti, potrebbero trarne vantaggio.
Snowden ha fatto notizia nel 2013 quando ha rubato e fatto trapelare numerosi documenti riservati dalla National Security Agency, che all’epoca era il suo posto di lavoro. Questi includevano prove di sorveglianza governativa di massa, spionaggio, pirateria informatica, intercettazioni telefoniche e altro ancora.
In seguito, ha ammesso di aver usato bitcoin per aiutarlo a rivelare i documenti rubati. In un’intervista ha detto “i server che ho usato per trasferire queste informazioni ai giornalisti sono stati pagati per l’utilizzo di bitcoin”.
Tuttavia, ha anche criticato la blockchain di BTC in quanto “fa schifo in molti modi, come la privacy finanziaria”.
Insomma, all’epoca le parole spese sul BTC non erano proprio solenni, ma anche lui sembra essere tornato sui suoi passi e molto probabilmente ora avrà qualche bitcoin nascosto sotto alla mattonella.
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