Questa mostra la corrispondenza degli indirizzi dei portafogli creati dall’exchange. L’azienda sostiene di essere il titolare, il proprietario e il responsabile dei portafogli indicati nella prova, nonché dei rispettivi beni in essi custoditi.
Il documento di Buenbit dimostra che gran parte delle riserve sono denominate in stablecoin, come USD Coin (USDC), Binance USD (BUSD), DAI (DAI) e USD Tether (USDT).
Solo per citare alcuni esempi, Buenbit ha circa 25,2 milioni di unità di USDC e più di 350.000 unità di BUSD in riserva su diverse reti. Allo stesso tempo, hanno poco più di 21,1 milioni di IAD e 1,26 milioni di USDT.
Hanno anche riserve di 146.000 UST, che erano lo stablecoin di Terra, un altro progetto fallito. Spiccano anche i depositi nei protocolli di finanza decentralizzata (DeFi), con cifre pari a 119 mila stMatic, ad esempio, in un protocollo chiamato Beefy. Quest’ultimo è legato a Curve, una borsa decentralizzata (DEX) violata tre mesi fa.
Le riserve di Buenbit mostrano anche una scarsa presenza di investimenti in bitcoin, la prima criptovaluta (rispetto ad altri criptoasset). Il documento mostra che ci sono indirizzi creati dall’exchange con saldi totali di 470 BTC.
Nel frattempo, la presenza di ether (ETH), la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, è più abbondante tra le partecipazioni di Buenbit, dato che ci sono più di 7.200 unità di ETH nel tesoro della società.
La prova dei fondi di Buenbit, come detto, è stata firmata dal commercialista Zocaro. Si tratta di un professionista argentino legato all’ecosistema delle criptovalute.
Nel documento che ha firmato, lo specialista chiarisce di aver solo verificato che la società poteva inviare i token da un portafoglio all’altro e che questo “non costituisce una prova assoluta di proprietà o possesso”.
Inoltre, non è stata verificata l’esistenza di alcun tipo di vincolo sui beni o di contratti per il trasferimento di diritti a terzi. Inoltre, “questa relazione non rappresenta alcuna opinione sulla solvibilità della società”, secondo Zocaro.
Il documento, disponibile sul sito web, è stato pubblicato sulla scia del crollo della borsa FTX, un tempo una delle borse più grandi e importanti del mercato. Sulla scia del crollo, diverse borse, come Binance, Coinbase e Huobi, hanno deciso di condurre dei backtesting nel tentativo di preservare la fiducia degli utenti in uno scenario caotico.
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