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Mt.Gox: quali sono le tappe che hanno portato al fallimento?

Mt.Gox.com: quali sono le tappe che hanno portato al fallimento? Sono decisamente in pochi a conoscere di cosa si tratta e perché è così importante studiare le tappe della sua storia.

Si tratta, in effetti, di uno dei siti per lo scambio di criptovalute che nel 2007 sembravano promettere bene e che, nonostante questo, venne chiuso soli 3 mesi dopo la sua apertura.

Mt.Gox: le origini

Nato nel 2006 dalla mente dell’ingegnoso appassionato alle carte del gioco Magic Jed McCaleb, l’obiettivo della piattaforma era quello di favorire lo scambio di carte tra i diversi utenti.

Sfortunatamente il successo non era affatto grande; ciononostante, Jed decise di acquistare il dominio mtgox, l’acronimo del gioco Magic: The Gathering Online eXchange. Nonostante tutti gli sforzi, però, il sito viene chiuso nel 2007 per via dello scarso uso che se ne faceva.

Nel 2009, però, venne riaperto: questa volta per offrire agli interessati la possibilità di scambiare un altro tipo di carte. Si trattava delle carte di un altro gioco (The Far Wilds). Anche in quel caso non ebbe un grandissimo successo, ma venne comunque acquistato da Mark Karpelès, che viveva in Giappone e voleva utilizzare la piattaforma per sviluppare alcune proprie idee.

Mt.Gox: dallo scambio di carte a quello di criptovalute

Nel 2010 Tokyo (quartiere Shibuya) viene battezzato Mt.Gox, il nuovo scambio di criptovalute. In pochissimo tempo il sito ha acquistato una crescente popolarità e successo nel mondo delle criptovalute.

Nel biennio 2013-2014 gestiva oltre il 70% di tutte le transizioni relative al Bitcoin svolte nel mondo. Tuttavia, con l’aumento di popolarità del Bitcoin, sono nati altri Exchange destinati ad erodere quote di mercato a Mt.Gox. 

Prima ancora di chiudere, il popolare sito ha dovuto fronteggiare vari problemi relativi alla sicurezza, che hanno portato alla “morte” della piattaforma stessa.

Nel lontano 2011 un hacker è riuscito a infiltrarsi nel sito rubando circa 2.000 Bitcoin: ciò ha portato ad un deprezzamento del valore del Bitcoin stesso, il cui prezzo scese ad 1 centesimo.

Si è trattato solo di uno dei tanti problemi che i titolari della piattaforma hanno dovuto affrontare. Per esempio, nel 2013 Mt.Gox ha dovuto far fronte a una causa da 75 milioni di dollari per via di un errore incluso nel contratto relativo alla gestione dei clienti.

Nello stesso anno, l’US Department of Homeland Security ha sequestrato il denaro di una sussidiaria della piattaforma principale, in quanto non aveva le giuste licenze per svolgere quel tipo di lavoro.

Successivamente, si sono verificate altre perdite, alcune delle quali abbastanza significative, dovute ad errori nella gestione della piattaforma.

Un rapido calo delle richieste di scambio e degli errori nella gestione delle transizioni ha obbligato Mt.Gox a sospendere le transizioni.

Il sito ha chiuso e il titolare ha dichiarato bancarotta. Nello stesso anno sono iniziate le varie procedure di liquidazione. Tutto questo ha presto portato alla progressiva “morte” della piattaforma.

Jacqueline Facconti

Jacqueline Facconti - Redattrice, sezione Finanza, Tasse, Economia Laureata in Economia Aziendale con 110 e Lode presso l'Università di Pisa, redattrice anche di WebEconomia, Finaria.it, Assicurazionivita.net, Regime-Forfettario.it, etc.

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Tags: mt.Gox

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