Mai sentito parlare di Proof of Burn (PoB)? I metodi di consenso più comuni sono il Proof of Work e Proof of Stakes, ma non sono i soli, esistono metodi di consenso meno conosciuti come ad esempio il Proof of Burn. Scopriamo in questa guida a cosa serve questo meccanismo di consenso.

Proof of Burn (PoB): A cosa serve il meccanismo di consenso?

Nel mondo delle blockchain non esiste una banca che si occupa di convalidare le transazioni, quindi questa operazione deve essere svolta dai nodi in maniera collaborativa.

Una delle funzioni che svolge la tecnologia blockchain è quella di impedire ad alcuni nodi di creare denaro proveniente dal nulla.

Inoltre, possono anche esistere nodi “disonesti” che tentano di utilizzare una moneta due volte, questo processo viene chiamato double spending.

Un esempio può essere un utente che effettua l’acquisto in un E-Commerce e subito cerca di inviare ad un Exchange gli stessi token.

Al fine di evitare spese doppie, è utile per i nodi raggiungere un accordo per capire quali transazioni devono essere ritenute come valide o meno, ad esempio mettendo al voto la scelta, ma questo procedimento non è facile in quanto un utente malintenzionato può manipolare il voto creando migliaia di nodi.

Cos’è il Proof of work?

Il Proof of work è un meccanismo di consenso utilizzato per i Bitcoin ma anche per altre criptovalute.
In pratica, i miner al fine di generare un blocco nella blockchain devono risolvere un puzzle crittografico che richiede un pesante impegno computazionale.

Se riescono a risolvere il puzzle il nodo avrà la possibilità di inserire il blocco nella blockchain. Anche qui un hacker potrebbe cercare di manomettere la funzione, ma se la rete del miner è abbastanza ampia oltre che essere molto difficile è ance costoso.

Cos’è il Proof of Burn?

Il Proof of Burn è un meccanismo di consenso che basa le sue forze sul basso spreco di energia.
I nodi in questo caso sono capaci di distruggere o bruciare i token che vogliono generare i blocchi successivi con il fine di ricevere una ricompensa.

La “mente” dei Proof of Burn, Iain Stewart, dichiara che eliminando una parte dei propri token, si acquisisce una potenza maggiore di calcolo virtuale.
Più token vengono bruciati, più aumenta la probabilità di avere una ricompensa.

Le criptovalute più famose che utilizzano il Proof of Burn sono:

SlimCoin
– Counterparty
Factom.

Jacqueline Facconti

Jacqueline Facconti - Redattrice, sezione Finanza, Tasse, Economia Laureata in Economia Aziendale con 110 e Lode presso l'Università di Pisa, redattrice anche di WebEconomia, Finaria.it, Assicurazionivita.net, Regime-Forfettario.it, etc.

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Jacqueline Facconti

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