Secondo il sito di Opendatabot, i funzionari attualmente possiedono un totale di 46.351 BTC, per un valore di oltre 75 miliardi di grivnie (2,66 miliardi di dollari) al momento della stampa. La campagna della dichiarazione si è conclusa il 31 marzo 2021.
Ma il bitcoin non è l’unica criptovaluta trovata tra le dichiarazioni collettive dei dipendenti statali ucraini. Secondo il report, ethereum (quotazione ETH), litecoin (LTC), cardano (ADA), stellar (XLM), IOTA, bitcoin cash (BCH) e bitcoin gold (BTG) sono le altre criptovalute in cui i funzionari hanno investito.
La maggior parte dei dipendenti statali ucraini che possiedono criptovalute lavora nei consigli comunali, nel ministero della Difesa e per la polizia nazionale, ha affermato Opendatabot. Tuttavia, ci sono anche possessori di criptovalute che lavorano nell’ufficio del procuratore e nei consigli di villaggio in tutta l’Ucraina.
Finora, il funzionario con la più alta quantità di bitcoin è Mishalov Vyacheslav Dmitrovich, un deputato del consiglio comunale di Dnipro poiché possiede 18.000 BTC al momento della dichiarazione.
Sulla scia dei risultati di Opendatabot, il ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, ha elogiato i documenti collettivi, dicendo che mostrano come i funzionari del paese stiano diventando sempre più “investitori progressisti e lungimiranti di quanto pensassimo”.
Ma il fatto che un report come questo sia stato reso pubblico non è stato ben accolto da tutti nel Paese. Sergiy Petukhov, capo del dipartimento per le ispezioni obbligatorie presso l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione, ha dichiarato che il suo ufficio ha condotto quest’anno 250 controlli, compresi i dipendenti statali delle holding di bitcoin.
Ha detto che alcuni funzionari hanno affermato che i loro documenti contenevano errori e hanno messo in guardia sui risultati di Opendatabot: “Se scopriamo che le informazioni fornite sul possesso di criptovaluta non sono accurate, questa è la base per la responsabilità amministrativa o penale”.
I funzionari ucraini sono tenuti a rivelare i propri beni in un processo di dichiarazione elettronica, un progettato lanciato dal paese per ridurre la corruzione. Opendatabot è un servizio che monitora i dati di registrazione delle società e dei funzionari ucraini.
Insomma, all’estero il possedimento di criptovalute inizia a diventare una cosa di stato e chissà, quanto prima potrebbero anche essere tassati. Da noi, chi possiede criptovalute non è ancora tenuto a dichiararlo nella dichiarazione dei redditi, ma dovessero cambiare le cose, ve lo faremo sapere sicuramente sulle nostro pagine. Intanto vi chiediamo cosa ne pensate di questo report sulle partecipazioni in bitcoin dei funzionari ucraini? Fateci sapere le vostre idee nella sezione dei commenti qui sotto.
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