Ripple sta per acquistare Moneygram?

Una voce che si è sparsa nelle ultime ore, quella in base alla quale Ripple sarebbe sul punto di acquistare Moneygram, potrebbe surriscaldare il mercato nei prossimi giorni, spingendo in particolare la quotazione di XRP.
I rumors sono stati alimentati in particolare da un tweet diffuso da un certo @TheCryptHawk, il quale si è diffuso in maniera virale nella giornata di ieri, dopo che lo stesso account aveva provveduto a diffondere allusioni neanche troppo velate in quelle precedenti. E’ stato lo stesso utente ad affermare di aver avuto la notizia e ripetute conferme a livello informale, venendo ritenuto evidentemente attendibile se si considera che l’indiscrezione ha praticamente fatto il giro del globo, soprattutto sui mezzi informativi che trattano di asset digitali.

Nessuna smentita dalle aziende coinvolte

A rendere ancora più calda la situazione ha poi contribuito lo strano comportamento da parte delle aziende coinvolte. Né l’una, né l’altra hanno infatti provveduto a confermare o smentire le voci, con il pratico risultato di confermare i rumors, poiché in tanti non hanno tardato a ricordare che Ripple e Moneygram hanno già avviato bel corso del 2018 una collaborazione al fine di modernizzare i pagamenti, nell’ambito della quale MoneyGram dovrebbe utilizzare XRP e xRapid nell’ambito di alcuni flussi di pagamento internazionali.
Come se non bastasse, lo stesso CryptHawk, un trader e data scientist che deve la sua notorietà alla fornitura di segnali di trading ha poi suggerito che questo affare sarebbe parte di una strategia più ampia nella quale sarebbe coinvolto anche Walmart. Un suggerimento il quale non ha fatto altro che allargare ulteriormente il clamore, proprio in considerazione dell’importanza delle parti in gioco.

Cosa ci potrebbe essere di vero?

Naturalmente l’indiscrezione lanciata da CryptHawk ha spinto molti addetti ai lavori a chiedersi cosa ci potrebbe essere di vero o se la storia, pur congegnata al meglio, non sia destinata a rivelarsi soltanto un parto di fantasia. A supporto della verosimiglianza del quadro va ricordato ad esempio che nelle prime settimane dell’anno avevano iniziato a girare voci insistenti, e giudicate da tutti molto consistenti, di una ormai prossima acquisizione di MoneyGram da parte di Alibaba, operazione la quale avrebbe comportato l’impiego di 1,2 miliardi di dollari, che però era stata stoppata sul nascere dalla pronta reazione del Cfius (Committee on Foreign Investment in the United States), il quale aveva rifiutato il suo assenso motivandolo alla stregua di un problema di sicurezza nazionale.
Moneygram, quindi, non esclude assolutamente l’ipotesi di entrare in una acquisizione, anche perché l’azienda è oberata da una mole impressionante di debiti (quasi un miliardo di dollari), mentre resta da vedere se Ripple abbia la necessaria forza finanziaria per poter mettere in piedi una operazione di questo genere, proprio alla luce della consistenza dell’esborso che essa comporterebbe.
Va inoltre sottolineato come secondo non pochi analisti una mossa di questo genere non avrebbe alcun senso per Ripple, in quanto metterebbe la società in concorrenza con tutte le altre aziende che si occupano di pagamenti transfrontalieri, ovvero uno dei settori cui la società si rivolge per fare affari.
Moneygram rimane comunque una preda ambita. La società statunitense che si occupa di trasferimenti di denaro e di rimesse, vanta la quotazione in borsa con il simbolo MGI ed è in questo momento il secondo più importante fornitore di trasferimenti di denaro a livello globale. Operante in oltre 200 Paesi di ogni parte del mondo, si giova per le sue operazioni di una rete internazionale che vede la presenza di circa 347mila agenzie.
Se nelle prossime ore si potrebbe avere qualche notizia più precisa sulla vicenda, va comunque sottolineato come il diffondersi dei rumors abbia notevolmente spinto il prezzo di Ripple sui mercati (se sei interessato vedi come comprare Ripple) nel corso di queste ore, un’onda che peraltro potrebbe continuare ancora per qualche giorno in assenza di smentite o di conferme da parte degli interessati.