Amun Crypto Basket Index

In Europa è nato un nuovo Exchange traded product che prende il nome di Amun. In Europa ci si apre sempre di più all’apertura di strumenti che siano in grado di creare o replicare un paniere di valute digitali.

Uno dei progetti più interessanti in materia è proprio il nuovo Amun fondato da Hany Rashwan e Ophelia Snyder due giovani under 30 che hanno lavorato a questo nuovo Exchange traded product. 

Amun Crypto Basket Index - Amun Crypto Basket Index

In cosa consiste l’Amun Crypto Basket Index? 

L’Amun Crypto Basket Index è il nome completo di questo nuovo indice realizzato dai due giovani. L’indice è costituito da 5 importanti criptovalute in base alla loro capitalizzazione di mercato. Come spiegato dai giovani titolari della start up Amun, sono ammesse le criptovalute che rispettano dei specifici requisiti quali: accettazione da parte della Banca Svizzera, valute digitali liquide, criptovalute che presentino un trackrecord positivo e infine quelle che possono essere impiegate dai market maker. Quindi in questo paniere ci sono alcune valute escluse tra le quali si Tether una stablecoin legata al valore del dollaro USA. 

Questo particolare indice è stato studiato a fondo per più di un anno per riuscire a garantire agli investitori un modo il più semplice possibile di prendere nota dell’andamento e valore delle monete digitale. Per riuscire in questo intento i due giovani ideatori hanno dovuto sciogliere due nodi insidiosi quali: la facilità d’acquisto e la sicurezza. 

Nel campo della semplicità d’acquisto l’indice è stato dotato di una scatola di tipo ETP che viene acquistata tranquillamente in borsa e al pari di uno strumento finanziario tradizionale come le obbligazioni e le azioni. Dal punto di vista 

La sicurezza

Snyder, poi, racconta quanto sia stato difficile strutturare un prodotto di questo tipo: «Volevamo offrire agli investitori un modo semplice per prendere esposizione sulle monete digitali.

E per farlo abbiamo dovuto sciogliere due grossi nodi: la facilità di acquisto, che abbiamo ottenuto con la scatola Etp (può essere acquistata in Borsa tramite qualsiasi intermediario al pari di qualsiasi altro strumento finanziario tradizionale come azioni, obbligazioni o prodotti strutturati, ndr), e la sicurezza, assicurata dal fatto che le criptovalute sono custodite in un portafoglio virtuale completamente isolato dal resto del mondo (il computer centrale che accoglie il wallet non ha alcun collegamento con Internet, ndr).

Utilizziamo misure di sicurezza complesse, con una protezione crittografica estremamente sofisticata». Il primo Etp sull’oro digitale, che ha una investor fee (l’equivalente della nostra commissione di gestione) del 2,5%, potrebbe presto approdare anche su altri mercati, come conferma la stessa Snyder: «Stiamo parlando con altre Borse e regolatori, in tutto il mondo, proprio per aprirci a nuovi mercati.

Abbiamo in pipeline anche il lancio di altri prodotti. L’idea è creare una famiglia di strumenti tutta dedicata alle criptovalute». E chissà se il debutto di questo Etp non sproni altri regulator, Sec in primis, ad aprire le porte dei «replicanti» alle criptovalute.

Da mesi i mercati attendono una risposta della Consob americana alla richiesta avanzata da alcune società per la quotazione di Etf sui Bitcoin. Parere che a oggi non è ancor arrivato. Ma i tempi potrebbero ormai essere maturi. Lo sostiene da tempo anche il commissario della Sec, Hester Peirce, convinto che «L’Etf sui Bitconi è inevitabile».