Criptovalute, sempre più chiara la correlazione con il petrolio: ecco cosa sta accadendo tra valute virtuali e greggio.
Criptovalute e petrolio sono due asset destinate a trascinarsi in una forte correlazione anche nel prossimo futuro? Secondo alcuni analisti la risposta è positiva, visto e considerato che le prime consumano una grande quantità di energia (ne abbiamo parlato più volte nelle ultime settimane) e dunque il petrolio e gli altri prodotti energetici potrebbero essere sempre più richiesti man mano che lo sviluppo delle valute virtuali si farà più massiccio e consolidato.
Anche se per il momento la correlazione non è così evidente da poter elevare le criptovalute a determinante fondamentale in grado di trainare il prezzo del greggio, se in futuro prossimo le cose dovessero materializzarsi in modo più convinto lo scenario per il barile potrebbe farsi un po’ più complicato.
Fino ad ora, infatti, i principali produttori OPEC / non OPEC sono stati impegnati a risollevare le sorti depresse del prezzo del greggio (riuscendoci) con tagli alla produzione finalizzati a rendere le quotazioni del barile almeno pari a 50/60 dollari. Con questo scopo, alla fine dello scorso mese di novembre tutti i Paesi produttori del Cartello (e qualche “ospite”, come la Russia) hanno stretto un accordo per poter prolungare al 2018 i tagli dell’output, nella speranza che ciò possa servire a sorreggere i prezzi del barile, a fronte dell’eccesso di offerta che sta permanendo anche a causa della stima crescita dello shale oil americano.
Ma cosa succederà nei prossimi anni se le criptovalute contribuiranno a generare pressioni al rialzo nel petrolio? Il problema che l’OPEC si troverà ad affrontare sarà l’inverso?
Per il momento, è prematuro prevederlo. Quel che però sembra essere certo, è che le criptovalute sono un fenomeno ancora difficile da analizzare nel suo complesso, e che i prossimi mesi potrebbero rivelare ben più di qualche sorpresa…
