Le autorità di regolamentazione finanziaria della British Columbia, in Canada, stanno avviando delle azioni nei confronti di un exchange di criptovalute che, secondo quanto è stato inizialmente riferito, avrebbe sottratto fondi agli utenti e avrebbe chiuso le proprie attività con un buco di oltre 12 milioni di dollari.
Il sito Einstein Exchange, con sede a Vancouver, risulta infatti apparentemente chiuso dalla fine del mese scorso, dopo aver invano tentato una cessione ad un investitore statunitense: l’accordo, afferma la stampa canadese, sarebbe tuttavia saltato, e Einstein avrebbe così deciso di chiudere i battenti il 31 ottobre.
Un comunicato stampa emesso dalla BCSC afferma che la società di revisione contabile Grant Thornton è stata nominata come curatore dei fondi per preservare e proteggere i beni della defunta piattaforma.
Le autorità di regolamentazione finanziaria canadese hanno affermato di aver ricevuto numerosi reclami da parte di clienti che non sono stati in grado di recuperare i loro fondi, e il BCSC ha confermato che i clienti di Einstein sono attualmente creditori di oltre 16 milioni di dollari canadesi (circa 12,1 milioni di dollari statunitensi, al cambio attuale).
Il consulente legale dell’exchange ha tuttavia precisato al BCSC che Einstein avrebbe sufficienti token da soddisfare le richieste di prelievo dei clienti, cercando così di rassicurare le polemiche.
Ma perché Einstein Exchange è fallita? Secondo gli analisti, l’exchange avrebbe “gestito male i fondi degli utenti”, conducendosi in una condizione di costante perdita. Non è certo una novità per il BCSC, con le autorità di regolamentazione nordamericane che stavano indagando sulla piattaforma dal maggio di quest’anno, credendo che Einstein sia stato coinvolto in un “potenziale riciclaggio di denaro sporco”. Insomma, una situazione ancora poco chiara, che continueremo ad esaminare…