General Motors vira sulla Blockchain per limitare le frodi

Spring Labs è una società operante nel settore Blockchain che ha visto la luce nel corso del 2017. Dalla sede di Los Angeles si diramano le filiazioni impegnate a trasformare l’archiviazione e la distribuzione di informazioni finanziarie, con l’intento di aiutare le imprese del settore a combattere inefficienze, distorsioni e frodi. L’azienda mira in particolare a dare vita ad una vera e propria rivoluzione per il traffico sensibile, utilizzando all’uopo funzionalità di sicurezza decentralizzate.

Nel primo giro di finanziamenti aperti agli investitori, Spring Labs ha ottenuto 32 milioni di dollari, la maggior parte dei quali provenienti da General Motors. E’ stata proprio l’azienda Fintech a rivelare il dato in un comunicato stampa il quale ha destato notevole curiosità, proprio in considerazione del coinvolgimento di uno dei giganti del settore automotive mondiale.

Perché a General Motors interessa la Blockchain?

Naturalmente gli analisti si sono subito iniziati ad interrogare sul significato dell’operazione, per capirne le possibili implicazioni. Ricordando in particolare il fatto che proprio Spring Labs stia sviluppando un sistema grazie al quale potrebbe rendersi possibile una notevole riduzione delle frodi che sono ormai consuete nei finanziamenti legati all’acquisto di autovetture. Le truffe legate ai prestiti in questione sono un fenomeno sempre più diffuso negli Stati Uniti, che nell’ultimo decennio è addirittura quadruplicato sino a mettere a dura prova la filiera che permette di richiedere un finanziamento direttamente nella concessionaria prescelta.

Tra quelle più diffuse c’è la contemporanea richiesta di più prestiti in contesti diversi rendendo impossibile un riscontro da parte delle aziende a causa del fatto che i database non sono incrociati, oltre alla clonazione di società note utilizzandone i dati al fine di richiedere finanziamenti e poi far perdere le proprie tracce una volta che la truffa sia andata in porto.

Per capire le dimensioni del fenomeno, basti ricordare come in base alle ultime stime disponibili le perdite derivanti al settore mediante questi sistemi si aggirino tra i 4 e i 6 miliardi di dollari nel periodo tra il 2011 e il 2018. Una situazione ormai fuori controllo e che ha spinto General Motors a cercare di porre un argine, anche in considerazione del fatto che il settore automotive senza la leva creditizia potrebbe letteralmente incepparsi, aumentando lo stock di invenduto nei piazzali delle concessionarie.

Il sistema di Spring Labs: come funziona?

Il sistema messo a punto da Spring Labs è stato quindi individuato da General Motors come la risposta ideale in grado di sgonfiare il fenomeno delle frodi legate ai prestiti auto in concessionaria.

Esso va infatti ad utilizzare la tecnologia Blockchain in modo da riuscire a fornire alle parti coinvolte le informazioni sulla effettiva situazione creditizia di chi sta richiedendo un finanziamento, svolgendo quindi la funzione che nel sistema creditizio italiano viene svolto dal SIC, Sistema di Informazioni Creditizie. Va peraltro sottolineato come il sistema di Spring Labs renda possibile l’ottenimento delle informazioni in modo completamente anonimo, preservando quindi i profili di privacy che sono ormai una mania per i consumatori.

Le dichiarazioni di General Motors

E’ stato Mike Kanarios, direttore della strategia di GM, a commentare la decisione dell’azienda di unirsi a Spring Labs come partner, spiegando come il gigante dell’automotive a stelle e strisce sia uno dei maggiori fornitori di servizi finanziari per il settore automobilistico, ruolo che lo spinge ad una innovazione continua tesa in particolare a individuare e prevenire le frodi con l’evidente fine di riuscire a servire meglio e proteggere clienti e distributori. Un intento che potrebbe essere sensibilmente favorito dalla collaborazione intrapresa con l’azienda californiana, il cui sistema promette di rivelarsi decisivo nella battaglia intrapresa contro i truffatori che imperversano nel settore.

L’importanza della battaglia intrapresa da General Motors

La battaglia intrapresa da GM non è importante solo per il settore automotive statunitense, ma per il sistema finanziario globale. Il mercato dei prestiti per l’acquisto di auto negli USA è infatti un affare da 1.170 miliardi di dollari complessivi alla fine del 2017, con una crescita addirittura del 70% rispetto ai minimi che fecero seguito allo scoppio della bolla dei Mutui Subprime.
I numeri in questione sono stati ricordati dalla Federal Reserve in un rapporto dedicato ad business il quale ha visto nell’ultimo decennio un’impennata senza precedenti, che ha tratto linfa vitale proprio dalla concessione di finanziamenti importanti. La conseguenza di tutto ciò non è stata solo il gonfiarsi dell’indebitamento delle famiglie americane a livelli ben superiori al picco fatto registrare nel 2008, con più di 7 milioni di americani i quali hanno raggiunto un grave livello di morosità nel pagamento delle rate della propria auto, superiore ai 90 giorni, ma anche una tendenza sempre più massiccia alla frode, resa più facile proprio dall’enorme massa di denaro che circola intorno alla vendita di auto.

Un piatto molto largo, ma che rischia di rivelarsi indigesto per le società che producono e vendono auto. Proprio per questo General Motors ha deciso di impegnarsi in una battaglia dagli esiti ancora incerti, ma che rischia di deflagrare con conseguenze di vasta portata, ove l’esito fosse infausto.