I dubbi di Gartner sul futuro della Blockchain potrebbero favorire HashGraph?

Se l’interesse per la tecnologia Blockchain, su cui si basa il settore delle criptovalute, è in costante aumento, nelle ultime ore è da registrare un importante parere che sembra destinato a far discutere non poco per le problematiche che va ad affrontare. A rilasciarlo è stata Gartner, importante società di ricerca e consulenza, che ha pubblicato uno studio molto articolato e nel quale in particolare avanza una previsione abbastanza impegnativa, affermando come entro il 2021 circa il 90% delle attuali implementazioni blockchain in ambito enterprise dovranno essere riviste e modificate, se vorranno cercare di restare competitive e sicure, evitando in talo modo l’obsolescenza della tecnologia.
Per capire l’importanza del vaticinio di Gartner, occorre anche ricordare come l’azienda sia leader a livello mondiale del suo settore e faccia parte della S&P, fornendo assistenza a più di 15mila aziende in oltre 100 Paesi dislocati in ogni parte del Globo, a prescindere dal settore o dalla dimensione aziendale.

Il report di Gartner

Il report in questione parte da una constatazione di Adrian Lee, senior research director, secondo il quale le piattaforme blockchain sono realtà emergenti e, ad oggi, molte di esse sono quasi indistinguibili fra di loro, spingendo molti osservatori a sovrastimarne le capacità e i benefici a breve termine, attendendosi perciò dalla tecnologia un aiuto decisivo per il conseguimento dei propri obiettivi di business che non può arrivare. Una aspettativa non realistica e tale da spingere le aziende a scelte abbastanza dissennate, ad esempio scegliendo offerte frammentate che vanno a sovrapporsi tra di loro o sono utilizzate alla stregua di complemento. Inoltre i fornitori di queste piattaforme non posseggono la professionalità adeguata per aiutare effettivamente le aziende a scegliere sulla base delle loro effettive esigenze. In molti casi, infatti, le transazioni sicure che caratterizzano la tecnologia in questione non rappresentano un obiettivo strategico dell’azienda che vuole adottarla.
Si tratta di un quadro effettivamente critico, quello delineato da Gartner, che però non si nasconde come nonostante ciò la Blockchain è destinata ad incontrare notevole fortuna nel futuro, tanto da stabilirne in oltre 176 miliardi di dollari il valore nel 2025, per poi salire addirittura a 31 trilioni cinque anni più avanti.
Una previsione che si accompagna all’esortazione riservata ai product manager, i quali dovrebbero prepararsi ad una evoluzione talmente rapida da prefigurare l’obsolescenza precoce e uno scenario estremamente competitivo e, quindi, mutevole. Soprattutto nella prima fase, quella a cavallo del 2021, la situazione potrebbe essere caratterizzata dal potenziale fallimento di molte realtà, addirittura il 90% di quelle sul mercato.

Una previsione da tenere nel debito conto

Lo studio di Gartner e le previsioni in esso contenute sembrano destinati a fungere da spunto di riflessione per molti, in un momento in cui nonostante la diffidenza verso le divise virtuali sta invece crescendo in maniera sempre più notevole l’apprezzamento per la tecnologia Blockchain. Basti pensare alle parole espresse da Mario Draghi nel corso degli ultimi mesi, oppure all’autorevole appoggio di molti protagonisti del mondo finanziario o della politica, per capire come siano sempre di più coloro che guardano ad essa come uno strumento che potrebbe rivelarsi utile per gli scopi perseguiti e i processi che caratterizzano il mondo bancario, e non solo. Le caratteristiche di velocità e sicurezza su cui si fonda, ne fanno in pratica un possibile mezzo per risolvere ad esempio i problemi delle transazioni digitali e proprio per questo molte istituzioni bancarie e finanziarie non hanno esitato nel corso degli ultimi mesi a stringere accordi con aziende che gravitano nel campo della blockchain.

Ad approfittarne potrebbe essere HashGraph?

Gli osservatori più accorti di tutto quello che si muove in ambito tecnologico non avranno tardato a mettere in relazione il report di Gartner con una notizia comparsa di recente, ovvero lo sviluppo da parte di Swirlds, una piattaforma software, dell’algoritmo HashGraph. Si tratta di una Distributed Ledger Technology superiore, in grado di eliminare due problemi non da poco che gravano sulla Blockchain, ovvero la necessità di calcolo massiccio (il mining) e consumi energetici al momento insostenibili su cui si fondano le applicazioni basate su di essa, a partire da Bitcoin ed Ethereum. Per capire la superiorità tecnica vantata dal nuovo algoritmo, basti ricordare che le transazioni garantite da HashGraph sono 50mila volte più veloci: in un secondo ne avvengono più di 250mila, contro le sole 7 di Bitcoin.  

Altro vantaggio clamoroso è poi quello in termini di sicurezza: nel caso di HashGraph, infatti, nessuno membro della comunità può impedire alla stessa di raggiungere il consenso e neanche modificarlo una volta che sia stato raggiunto. Una certezza che va a stridere in maniera evidente con quanto accade nell’universo della Blockchain, ove il consenso può essere considerato al massimo una probabilità che aumenta nel corso del tempo. Proprio il mancato raggiungimento del consenso ha poi una conseguenza drammatica, sotto forma di conflitti destinati a perpetuarsi in una sorta di guerra civile permanente. La testimonianza più evidente di quanto detto sono gli hard fork che hanno diviso le comunità dei miners dando vita ad Altcoins come Bitcoin Cash e Bitcoin Gold.
Infine anche da un punto di vista economico HashGraph può evidenziare la superiorità derivante dal fatto che si aggira la Proof-of-Work (PoW), evitando di sprecare calcoli per rallentare il sistema stesso e rendendo quindi inutili i costosi hardware personalizzati in uso nella Blockchain, ove i nuovi blocchi arrivati troppo rapidamente, possono essere scartati.
Una serie di vantaggi che potrebbero ben presto diventare evidenti anche al mondo delle imprese cui si rivolge la Blockchain e che potrebbe da esse essere collegata allo studio di Gartner, con esiti al momento imprevedibili.