Il Benfica è il primo top club calcistico ad interagire con gli asset digitali

Il Benfica è il primo top club calcistico ad interagire con gli asset digitali - Joao Felix

Anche il mondo del calcio si è accorto delle notevoli opportunità offerte dalle criptovalute. Se la Juventus ha pensato alla blockchain, imitato dal Paris Saint Germain, è stato però il Benfica a precedere tutti nell’offerta di veri e propri servizi alla sua tifoseria. Il club lusitano, infatti, ha deciso di accettare pagamenti digitali sia per i biglietti d’ingresso che per quanto concerne i prodotti di merchandising offerti sul proprio store online.

La collaborazione con UTRUST

A permettere l’arrivo di pagamenti digitali all’Estádio da Luz sarà la piattaforma di pagamenti UTRUST, la quale consentirà al celebre sodalizio di Lisbona di accettare l’utilizzo di Bitcoin (vedi guida Bitcoin) ed Ethereum nelle transazioni di biglietteria e store online. In un secondo momento ad esse si potrebbero aggiungere altre divise virtuali, anche se per ora sembra un discorso abbastanza prematuro, considerato come il percorso sia soltanto allo stadio iniziale.
E’ stato Domingos Soares de Oliveira, amministratore delegato del Benfica, ad affermare nel modo più deciso la volontà del club portoghese di muoversi di pari passo con i tempi e sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia Blockchain, nella consapevolezza che già molti tifosi del team sono avvezzi ad utilizzare asset digitali per le proprie transazioni.

Il caso del Rimini Calcio

Se il Benfica è il primo top club ad adottare le cryptocurrency nel proprio sistema di pagamenti, va comunque sottolineato come il mondo del calcio già da tempo abbia mostrato notevole interesse per gli asset digitali.
Il caso più clamoroso si è verificato proprio in Italia e ha visto implicato il Rimini FC 1912, club romagnolo militante in Lega Pro, il quale è stato rilevato da Heritage Sports Holdings, una società degli Emirati Arabi Uniti la quale vanta anche una partecipazione nel Mantova Calcio. La quota acquisita nel corso del 2018 è stata pagata per il 25%, in Quantocoin, divisa digitale emessa da un società controllata di stanza a Gibilterra. Un modo di operare del resto non nuovo per Hsh, che era già riuscita a far parlare di sé per i pagamenti in criptovaluta a favore dei giocatori del Gibraltar United, squadra di calcio di Gibilterra, anch’essa detenuta dall’azienda mediorientale.

I possibili sviluppi futuri

Al di là del caso del Rimini, molto controverso a detta degli osservatori, va comunque sottolineato come il binomio tra calcio e criptovalute possa essere considerato del tutto naturale, proprio alla luce delle esigenze delle società di football di poter approntare transazioni rapide e sicure e di tracciare la destinazione dei biglietti evitando che possano finire in mani indesiderate.

Come è noto, infatti, negli stadi calcistici la violenza è da tempo un problema molto avvertito e guardato con estrema preoccupazione dalle autorità preposte al controllo dell’ordine pubblico.

Poter controllare le transazioni della biglietteria facendo in modo da impedire l’entrata negli stadi delle frange oltranziste del tifo rappresenta un obiettivo perseguibile con più facilità utilizzando le potenzialità della tecnologia Blockchain. Ecco perché nel prossimo futuro potrebbero aumentare in maniera notevole i rapporti tra aziende legate all’economia digitale e club calcistici.