Il Canton Ticino vuole la sua criptovaluta

Il Canton Ticino vuole la sua criptovaluta - Lugano

La Svizzera è uno dei Paesi europei che sin dall’inizio del fenomeno ha mostrato notevole interesse per gli asset digitali. Se nella cosiddetta “Cripto Valley” tra Zugo e Zurigo è nato l’Ethereum, considerato il vero contraltare del Bitcoin, anche altre parti del territorio confederale hanno da tempo mosso i loro passi al fine di dotarsi di divise virtuali, a partire dal Cantone di Vaud, quello in cui è compresa la città di Losanna, ove è in auge il Leman.
Nel corso degli ultimi mesi, però, è il Canton Ticino ad essersi attivato per il varo di una stablecoin, ovvero una moneta virtuale ancorata ad una moneta fiat, in questo caso il franco svizzero, in modo tale da evitare le fluttuazioni tipiche delle criptovalute non sottoposte ad analogo ancoraggio. Il nome del token è Ticino Coin e le autorità cantonali sono ormai in pressing sul Consiglio di Stato, ovvero l’organo di governo dei cantoni, per poter avere l’autorizzazione a coniarlo.

La seconda Criptovalley elvetica

Nelle ultime ore che hanno preceduto la chiusura della legislatura, proprio il Consiglio di Stato si è visto recapitare un’interrogazione parlamentare con la quale un gruppo di stakeholders locali ne chiede il sostegno al fine di realizzare una moneta locale complementare fondata sulla tecnologia Blockchain. L’idea di fondo è quella di puntare sull’economia digitale per rilanciare il Canton Ticino, mediante la creazione di imprese innovative le quali potrebbero contribuire alla creazione di posti di lavoro in un momento non felicissimo. Il riferimento è proprio a quanto accaduto con l’Ethereum, che ha permesso a Zugo di contare su centinaia di startup legate agli asset digitali e di assistere alla nascita di un ecosistema digitale in grado di fungere da punto di riferimento per imprenditori e talenti del luogo.

L’appoggio unanime dei partiti

Il progetto di cui si sta discutendo con grande fervore ha praticamente mosso i suoi primi passi nel corso del 2014, riuscendo a far convergere sin dal primo momento la politica locale, praticamente al completo. A conferire particolare interesse al piano è il fatto che il Canton Ticino rappresenti uno Stato a tutti gli effetti e come tale abbia una sua banca centrale, la BancaStato del Cantone, alla quale, nell’ipotesi più gettonata al momento, dovrebbe essere affidato il compito di fungere non solo nella veste di banca depositaria, ma anche di essere l’emittente stesso del TicinoCoin, assumendosi di conseguenza l’onere di sbrigare le pratiche burocratiche che sarebbero legate all’emissione dei token. Si tratterebbe a tutti gli effetti della prima volta che uno Stato sovrano andrebbe ad emettere una divisa digitale mediante il suo istituto bancario.
Ora non resta quindi che osservare gli sviluppi dell’esperimento ticinese, a supporto del quale è stata anche fondata l’associazione “Ticino Coin”, alla quale possono partecipare i produttori locali e i commercianti provvisti di una serie di requisiti etici considerati indispensabili. Proprio uno dei maggiori promotori del progetto, Michele Fiscalini, ha provveduto ad azionare mercoledì 19 giugno, alle ore 11,11 il computer cui è stato affidato il compito di creare la moneta virtuale.