In Germania si propone di premiare con criptovalute chi combatte il mutamento climatico

In Germania si propone di premiare con criptovalute chi combatte il mutamento climatico - Greta Thunberg

Il mutamento climatico è sempre più all’ordine del giorno. A riportarlo con prepotenza sotto la lente di ingrandimento dell’opinione pubblica è stata Greta Thunberg, la ragazzina svedese che ha promosso lo sciopero ambientale per cercare di sensibilizzare la politica sulle sue conseguenze.
In effetti sembra che la strategia messa in atto sia stata abbastanza proficua, anche se non sono mancate le polemiche sulla eccessiva esposizione mediatica con cui è stata premiata la Thunberg, che qualcuno ha interpretato in maniera estremamente maliziosa. A dimostrare questa affermazione sono non solo le recenti dichiarazioni da parte di svariate istituzioni, che sembrano aprire ad una intensificazione degli sforzi per evitare il surriscaldamento globale, ma anche alcune iniziative politiche. Come quella messa in atto in Germania dal Partito Liberal Democratico (in tedesco  Liberal-Demokratische Partei Deutschlands, LDPD).

L’iniziativa del Liberal-Demokratische Partei Deutschlands

Premiare con criptovalute chiunque si attivi in maniera concreta per rimuovere diossido di carbonio o altri gas serra dall’atmosfera. E’ questa la proposta del Liberal-Demokratische Partei Deutschlands, secondo quanto riportato dal portale d’informazione Welt. La dirigenza del LDPD afferma infatti che la sola limitazione dell’emissione di diossido di carbonio nell’atmosfera non sarebbe più sufficiente e che al fine di rallentare il riscaldamento globale, occorre iniziare ad eliminare i gas serra già emessi, a livello globale.
Se sin qui siamo in un campo già percorso da altri, a destare una certa sorpresa è però la ricetta con cui il partito tedesco propone di premiare chi darà vita ad iniziative in tal senso. Il premio, infatti, consisterebbe nei token di una nuova criptovaluta da realizzare all’uopo, chiamata Arbil.

Come funzionerà l’Arbil

Ancora più sorprendente è poi il dispositivo di ricompense messo in piedi dai proponenti, in base al quale il valore di Arbil verrebbe ad essere garantito dalla possibilità di scambiare la criptovaluta con certificati d’emissione. Un singolo Arbil corrisponderebbe ad un certificato da una tonnellata di diossido di carbonio, il cui valore si aggira attorno ai 30 dollari.
A spiegare il meccanismo premiale è stato Frank Sitta, Vicepresidente del Partito, spiegando che la Blockchain varata per supportare l’Arbil andrebbe a mixarsi con i sistemi nazionali per lo scambio di emissioni già funzionanti.

Il problema ambientale rappresentato dal mining

Lo stesso Sitta non ha però sciolto la contraddizione subito messa in rilievo da alcuni analisti, ovvero come sarebbe possibile lottare contro il riscaldamento globale con un mezzo come le criptovalute destinate comunque ad impattare sull’ambiente con il mining.
Basti pensare a tal proposito al recente attacco portato avanti nel mese di agosto da Pat Gelsinger, CEO della società di cloud computing VMWare, contro Bitcoin (BTC), da lui definito alla stregua di un vero e proprio danno per l’umanità. A supporto del suo parere, ha indicato l’elevato consumo energetico, il quale contribuisce attivamente al cambiamento climatico, se solo si pensa che per poter aggiungere una sola voce al registro distribuito di BTC è necessario consumare l’equivalente dell’energia elettrica con la quale di solito si rifornisce un’abitazione, nel migliore dei casi. Un dato che dovrebbe essere tenuto nel debito conto quando si parla di asset digitali.