Kin Foundation pubblica il primo report per la trasparenza durante la battaglia legale con la SEC

Kin Foundation pubblica il primo report per la trasparenza durante la battaglia legale con la SEC - kin 1024x538La Kin Foundation ha pubblicato un report per la trasparenza il 21 maggio, che ne illustra la struttura e le operazioni, in collaborazione con Messari e il suo database di divulgazione.

Cosa afferma il report

Secondo il report, la Kin Foundation pianifica il proprio budget con un anno di anticipo, con fondi destinati a sviluppatori di app, incentivi ai nodi, contributi agli utenti, marketing e operazioni. Al momento circolano 1,45 trilioni di token kin, su 10 trilioni creati in tutto.

La fondazione è attualmente gestita da un consiglio di amministrazione composto da due membri: il CEO di Kik Interactive Ted Livingston e William Mougayar, autore di “The Business Blockchain” e uno dei fondatori della conferenza annuale del Token Summit.

Kik ha creato Kin nel 2017. “Il consiglio di amministrazione viene nominato annualmente dai membri”, afferma il report. C’è anche un rappresentante Kin che funge da “canale tra la Kin Foundation e la comunità di sviluppatori e titolari”.

Matt Hannam, che ha assunto l’incarico il mese scorso, è attualmente l’unico rappresentante, ma la fondazione prevede di aggiungerne altri due o tre nel prossimo anno. Kin ha anche una comunità “informale” di 10 delegati che supervisionano le ricompense kin e le discussioni interne.

I token della fondazione sono assegnati ad un tasso del 20% all’anno, ma il primo anno è stato parziale (i kin sono stati creati a metà del 2017). Il report afferma che oltre 28 milioni di utenti hanno acquisito kin negli ultimi tre anni, utilizzando più di 50 diverse app attive.

Le app attive sono definite come quelle con almeno un utente che ha usato dei kin negli ultimi 30 giorni. Secondo il report, dall’inizio dell’anno sono stati spesi quasi 300 milioni di kin al giorno.

Battaglia legale

Il report arriva nel mezzo di una battaglia legale continua di Kik con la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, che l’anno scorso ha citato in giudizio la società con l’accusa che la vendita di token kin era basata su titoli non registrati.

All’inizio di questo mese, entrambe le parti hanno presentato i loro memorandum di risposta come parte delle proposte di giudizio sommario richieste da ciascuna parte. Kik sostiene che “la SEC non può far fronte al proprio onere per dimostrare che gli acquirenti Kin sono stati principalmente portati ad aspettarsi profitti dagli sforzi gestionali di altri”, indicando i termini di utilizzo che gli acquirenti kin hanno concordato come una prova.

Da parte sua, la SEC afferma che la commercializzazione della quotazione del token kin di Kik avrebbe indotto gli acquirenti ad aspettarsi un profitto, mettendo in evidenza vari post online e un roadshow a cui l’azienda è stata sottoposta.

In una dichiarazione, il consigliere generale di Kik Eileen Lyon ha dichiarato: “La nostra opinione sull’opposizione della SEC è che si basa fortemente sul recente caso Telegram, che riteniamo mal motivato ed erroneamente deciso”, riferendosi alla recente ingiunzione preliminare contro Telegram. Kik ha anche ritenuto che gli argomenti della SEC sulla “integrazione” “fossero conclusivi e circolari”, ha detto.