La Cina ha vietato le criptovalute? Ciò spiegherebbe il crollo di Bitcoin e altre criptovalute

La Cina ha vietato le criptovalute? Ciò spiegherebbe il crollo di Bitcoin e altre criptovalute - China Crypto ban 1024x574Il prezzo del Bitcoin è sceso al punto più basso degli ultimi mesi dopo che la Cina ha emesso una nuova ondata di restrizioni, che ne limitano l’uso. La mossa, che riguarda anche tutte le altre criptovalute, significa che le istituzioni finanziarie e le società di pagamento non sono in grado di fornire servizi di criptovaluta, come le transazioni, in Cina.

Una notizia che ha scatenato il panico sui mercati

Altri servizi interessati includono la registrazione, il trading e gli accordi, secondo gli organismi dell’industria cinese, la National Internet Finance Association of China, la China Banking Association e la Payment and Clearing Association of China.

I gruppi sopra citati hanno anche messo in guardia gli utenti dal trading speculativo sulle criptovalute. Inoltre, hanno dichiarato che è necessario farlo per non “distruggere il normale ordine economico e finanziario”. I gruppi hanno aggiunto che i prezzi dei token di criptovaluta sono “saliti alle stelle e sono crollati” di recente.

Il prezzo del Bitcoin, la criptovaluta più importante al mondo, è sceso sotto i 40.000$ mercoledì mattina, per la prima volta dall’inizio di febbraio di quest’anno in seguito della notizia.

Ora vale circa 40.250$, in calo del 10,6% nelle ultime 24 ore, al momento della stesura di questo articolo. Il valore di tutti i Bitcoin in circolazione è di circa 755 miliardi di dollari.

Tuttavia, il Bitcoin non sembra essere l’unica criptovaluta interessata al crollo. Secondo i dati di CoinMarketCap, i token su tutta la linea sono crollati di prezzo nell’ultima settimana.

Ethereum, la seconda criptovaluta più preziosa al mondo, è scesa del 15% a una quotazione di circa 3.000$. Anche il Dogecoin è in calo di circa il 15 percento. I nuovi token più popolari di recente come Shiba Inu e SafeMoon sono diminuiti rispettivamente di circa il 22% e il 20%.

Non è solo colpa della Cina

Il calo del Bitcoin in particolare, è solo l’ultimo di una brusca traiettoria al ribasso per il prezzo della criptovaluta nell’ultima settimana. Questa è guidata in parte anche dagli annunci fatti dal miliardario statunitense Elon Musk.

Il 12 maggio scorso, infatti, Musk ha annunciato che la sua azienda di auto elettriche Tesla non avrebbe più accettato Bitcoin come metodo di pagamento. Per quale motivo? Avrebbe citato preoccupazioni ambientali.

Ha detto che la tendenza dell’utilizzo di energia per l’estrazione e alle transazioni di Bitcoin negli ultimi mesi è stata “folle”. Il recente giro di vite in Cina sulla criptovalute non rappresenta certo un unicum. Non è la prima volta infatti che il paese ha messo in atto restrizioni al suo utilizzo; il paese è stato a lungo preoccupato da questa tecnologia.

Nel 2017 la Cina ha chiuso gli exchange nazionali di criptovaluta e nel 2019 la Banca popolare cinese ha affermato che avrebbe bloccato l’accesso anche agli exchange con sede in altri paesi. Attualmente i cittadini cinesi sono in grado di possedere criptovalute, ma sempre più persone non hanno nulla con cui utilizzarle.