Le isole Marshall annunciano ufficialmente il lancio della propria criptovaluta

Le Isole Marshall stanno procedendo spedite verso il varo di una propria criptovaluta, che sarà distribuita come moneta a corso legale insieme al dollaro USA. Una decisione che potrebbe comportare una crisi nei rapporti con gli Stati Uniti, i quali ormai da tempo forniscono la difesa per il piccolo Stato noto per le devastazioni prodotte dagli esperimenti nucleari compiuti dagli statunitensi tra il 1946 e il 1958.

La nuova criptovaluta si chiamerà Sovrano

Proprio nei giorni scorsi le Isole Marshall hanno annunciato il lancio ufficiale del Sovrano (SOV), provvedimento messo in programma già nel corso del 2018. La moneta virtuale sarà emessa in 24 milioni di token, in modo da prevenire la spirale inflattiva e sarà corredata da una serie di regole atte a impedire possibili scappatoie le quali potrebbero essere sfruttate da criminali e terroristi.
A sovrintendere al piano di sviluppo del Sovrano sarà un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro, il “SOV Development Fund”, guidato da un consiglio formato da sette persone, di cui tre membri saranno eletti dai quattro nominati. Due amministratori saranno di nomina governativa, mentre gli altri due saranno indicati da SFB Technologies, la società ingaggiata dal governo al fine di sviluppare l’infrastruttura Blockchain su cui agirà SOV. Gli altri tre dovranno avere nel loro curriculum esperienze pregresse nel settore della Blockchain, in quello bancario e della gestione monetaria.

L’importanza del framework Yokwue

A distinguere la nuova criptovaluta delle Isole Marshall sarà la prevista adozione del framework Yokwe, un protocollo di identificazione il cui scopo principale è proprio quello impedire il relativo anonimato fornito da altre criptovalute.
Il SOV sarà rilasciato al pubblico mediante una ICO (Initial Coin Offering) in 24 milioni di token. A spiegare il perché di questo numero, in una intervista rilasciata all’agenzia Reuters, è stato il ministro David Paul, secondo il quale esso corrisponderebbe alle 24 isole abitate, o atolli, ognuno dei quali funzionante alla stregua di un distretto elettorale.

I motivi alla base della decisione

La decisione presa dal governo delle Isole Marshall, che potrebbe provocare una crepa nel rapporto tradizionalmente amichevole con gli Stati Uniti, sembra dovuta alle preoccupazioni per una situazione inflattiva che incute timori nelle istituzioni locali. Proprio per evitare di cadere nella spirale opposta, ovvero una deflazione che andrebbe a zavorrare la crescita economica, è stato deciso di limitare il quantitativo di token emessi.
Proprio per quanto concerne i rapporti con gli USA, va sottolineato come la prima risposta fornita da Washington non sia stata molto rassicurante. In una nota emessa dal Dipartimento di Stato, infatti, si sostiene che il governo delle Isole Marshall è obbligato ad astenersi dall’adottare azioni che sarebbero incompatibili con le responsabilità di sicurezza e difesa stabilite da precedenti accordi.
Nonostante ciò il Presidente, Hilda Heine, ha dichiarato a Finance Magnates che per il Paese si tratterebbe di un momento storico in quanto l’emissione e utilizzo di una moneta nazionale costituirebbe un ulteriore passo verso la libertà nazionale.
Ha poi aggiunto che il paese investirà i profitti generati dal SOV in piani per il cambiamento climatico, l’energia verde, l’assistenza sanitaria a vantaggio di coloro che ancora subiscono le conseguenze dei test nucleari statunitensi e a favore dell’istruzione.