Le Nazioni Unite confermano: le criptovalute “aiutano” i criminali

Le Nazioni Unite confermano che le criptovalute danno una mano ai criminali. O quasi. Secondo quanto recentemente affermato da Neil Wals, responsabile dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e la criminalità informatica globale, le valute digitali hanno reso la lotta contro il riciclaggio di denaro sporco molto più difficile rispetto a quanto non avvenisse in passato, in un’epoca di assenza degli asset criptovalutari.

Più nel dettaglio, Wals ha specificato che le criptovalute rendono più arduo contrastare la criminalità informatica, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. L’esperto delle Nazioni Unite ha infatti precisato di sostenere l’ideale che i criminali sono oggi in grado di utilizzare correntemente i beni criptovalutari per poter finanziare e alimentare alcuni traffici loschi, come le reti internazionali di sfruttamento sessuale, ben più diffuse di quanto gran parte della popolazione possa immaginare.

Wals ha infatti affermato di ritenere che le criptovalute hanno contribuito ad aggiungere uno strato di segretezza a tali traffici, facilitando dunque i malintenzionati.

Un altro colpo negativo all’opinione globale delle criptovalute, che arriva poche settimane dopo che il segretario del Tesoro statunitense Steven Mnuchin ha affermato che le agenzie governative impediranno a Bitcoin (BTC) e ad altre cryptocurrencies di diventare l’equivalente dei conti bancari segreti in Svizzera.