L’Italia concede l’approvazione normativa a oltre 70 società di criptovalute senza controlli adeguati

L'Italia concede l'approvazione normativa a oltre 70 società di criptovalute senza controlli adeguati - bandiera italiana e1582478890786Nonostante i governi e le autorità di regolamentazione abbiano adottato un approccio eccezionalmente attento e persino scettico nei confronti del settore delle criptovalute, guadagnandosi le critiche del settore, l’Italia sembra sottoporre le società di criptovalute che chiedono l’approvazione per operare sul suo territorio a un controllo minore rispetto ad altri Paesi.

Infatti, l’Italia ha ottenuto l’approvazione normativa per 73 società di criptovalute, tra cui Coinbase, Crypto.com, Bitcoin System e Binance, in un periodo relativamente breve – dal maggio 2022, come ha riportato Sandali Handagama di CoinDesk il 5 ottobre.

Ciò significa che queste aziende fanno ora parte del registro del Paese, il che indica che sono conformi agli standard italiani antiriciclaggio (AML). Il Registro dei cambiavalute, lanciato il 18 maggio, è gestito dall’Organismo Agenti e Mediatori (OAM), l’organo di vigilanza che gestisce anche gli elenchi degli agenti finanziari e dei mediatori creditizi.

Approvazione senza controllo

Detto questo, l’autorità ha ammesso a CoinDesk di non essere ancora sicura delle modalità di raccolta delle informazioni rilevanti da parte delle criptoimprese che verranno aggiunte al registro e che potrebbe non iniziare a farlo prima del 2023.

In altre parole, le società di criptovaluta iscritte al registro non sono attualmente sottoposte a controlli e i loro flussi di fondi non sono controllati, nonostante l’obbligo di legge di essere registrati presso l’OAM per poter continuare a svolgere le loro attività in Italia.

Secondo Francesco Dagnino dello studio legale Lexia Avvocati che ha gestito alcune di queste domande:

“L’Italia è probabilmente, per quanto ne so, la giurisdizione con la procedura più semplice. Si tratta solo di una registrazione”.

L’unico requisito richiesto alle società che hanno fatto domanda per essere aggiunte all’elenco è stato finora quello di fornire 10 informazioni che includono il nome della società, l’indirizzo e-mail, l’indirizzo web, il codice fiscale o il codice tributario, nonché eventuali punti operativi fisici come i bancomat per le criptovalute.

Inoltre, i richiedenti devono fornire una “sede legale e, se diversa dalla sede legale, la sede amministrativa, o una “stabile organizzazione” in Italia se la sede è in un altro Stato dell’UE, come ha dichiarato l’OAM a CoinDesk.

Posizione nei confronti delle criptovalute nell’UE e in altre giurisdizioni

D’altra parte, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha dichiarato che le criptovalute sono una potenziale minaccia per la stabilità finanziaria a causa della loro volatilità e della mancanza di regolamentazione, come espresso in un recente rapporto.

Inoltre, il presidente della Banca centrale europea (BCE) Christine Lagarde ha avvertito che le criptovalute rappresentano un ostacolo al ruolo delle banche centrali che agiscono come “ancora” dell’economia, mentre gli asset digitali potrebbero portare all’era del free banking. 

Recentemente, l’autorità di regolamentazione del Regno Unito, la Financial Conduct Authority (FCA), ha risposto alle critiche sulla sua gestione delle licenze per i nuovi operatori di criptovalute, affermando che le sue misure rigorose fanno parte dei suoi standard simili a quelli di altre giurisdizioni.

Nel frattempo, le autorità di regolamentazione giapponesi stanno intensificando le iniziative per regolamentare l’uso delle criptovalute nelle attività criminali, introducendo nuove leggi sulle rimesse che impediranno ai criminali di utilizzare gli scambi di criptovalute per riciclare denaro, come riportato da Finbold.