Nvidia accusata di aver tentato di screditare un ex dipendente nel processo sui guadagni provenienti dall’industria del mining di criptovalute

Nvidia accusata di aver tentato di screditare un ex dipendente nel processo sui guadagni provenienti dall’industria del mining di criptovalute - nvidia gpu crypto mining new bitcoin card release 1267998Gli investitori che hanno fatto causa al gigante del produttore di chip Nvidia per aver mentito sulle dimensioni delle entrate dell’azienda legate all’attività di mining di criptovalute, hanno mosso una nuova accusa verso Nvidia che, sostengono, sta cercando di eliminare le prove chiave rivelate da un ex dipendente.

Nuove ombre per la società

Il gruppo di azionisti ha recentemente affermato che gli avvocati di Nvidia hanno indotto l’ex dipendente, conosciuto con lo pseudonimo “FE 5”, a “rinnegare” diverse dichiarazioni chiave e ora starebbero spingendo affinché l’intera testimonianza sia respinta dal tribunale.

La causa ha avuto inizio a dicembre 2018, e l’accusa sosteneva che Nvidia avesse minimizzato la quantità di schede grafiche, in particolare GPU GeForce, che stava vendendo agli operatori del settore del mining di criptovaluta per sostenere il prezzo delle azioni.

Nvidia ha negato le accuse, affermando che i querelanti avevano “selezionato con cura” i dati per costruire il caso. FE 5, a maggio scorso, ha fornito le prove di un documento modificato che sembrava mostrare che il team esecutivo del produttore di chip, incluso il fondatore e CEO Jensen Huang, veniva regolarmente aggiornato con i dati sulla quantità di GPU GeForce acquistata dai minatori cripto.

FE 5 è stato a capo del marketing consumer di Nvidia in Asia meridionale per cinque anni fino al 2019. Gli avvocati di Nvidia hanno informato i querelanti a giugno di aver identificato e contattato FE 5, che aveva risposto dicendo che era incappato in un malinteso, per cui pensava che il suo rapporto fosse utile per la ricerca nel settore dei semiconduttori e non come prova per un processo contro la società.

Gli avvocati dei querelanti sostengono che FE 5 stia ora fornendo queste presunte false dichiarazioni per paura che Nvidia possa vendicarsi nei suoi confronti. Essi hanno ora chiesto al tribunale di annullare la mozione di Nvidia presentata per respingere le prove, motivando la richiesta sulla base del fatto che i tribunali federali hanno spesso respinto i tentativi degli imputati di screditare la testimonianza degli ex dipendenti in passato.

La fiducia degli investitori messa alla prova

La causa non tratta semplicemente di un errore di bilancio ma di una presunta mancanza di trasparenza che avrebbe indotto gli investitori ad acquistare azioni sulla base di informazioni false o imprecise.

Uno studio commissionato dai querelanti agli economisti di Prysm Group dimostrerebbe che Nvidia avrebbe incassato almeno 1,728 miliardi di dollari dalle vendite ai miner nel periodo a cui si riferisce la causa, di cui ben 1,1 miliardi furono inseriti nel bilancio delle vendite Gaming.

Questo creò la percezione che Nvidia fosse una società molto più florida di come era in realtà, con la maggior parte delle entrate provenienti dalla fiorente industria del gaming, e non dal settore del mining di criptovalute, che sarebbe potuto crollare da un momento all’altro. Ancora una volta, Nvidia sta mettendo alla prova la fiducia degli investitori, creando non poche ombre sulla politica di trasparenza dell’azienda. Qui potete dare un’occhiata al valore delle azioni Nvidia in tempo reale.