Perché il Petro venezuelano si mantiene stabile nonostante il crollo del petrolio?

Perché il Petro venezuelano si mantiene stabile nonostante il crollo del petrolio? - petro moneta 1024x684Il Venezuela dipende quasi esclusivamente dalle esportazioni di petrolio. Ed il governo di Nicolas Maduro sta spingendo sempre più la sua criptovaluta ufficiale, una stablecoin sostenuta dal petrolio, come strategia per sostenere l’economia venezuelana.

In che modo il calo del prezzo del petrolio influisce sul petro venezuelano?

All’inizio di questa settimana, praticamente qualsiasi mercato dell’economia mondiale si è risvegliato con gravi perdite. Il West Texas International (il prezzo di riferimento del petrolio negli Stati Uniti) è passato da quasi 46 $ (il prezzo al barile di petrolio) a un minimo di 27,5 $.

Il Brent (il riferimento europeo) è sceso da 50 $ a 30 $ in un batter d’occhio. Le principali materie prime del mondo – a parte l’oro – ed anche i mercati azionari sono crollati a causa del panico per la diffusione del micidiale coronavirus e di una guerra commerciale tra Russia e OPEC guidata dall’Arabia Saudita.

Ma in Venezuela, il petro sembra non essere influenzato: il suo prezzo si muove indipendentemente dai mercati che lo supportano. Perché?

Una stablecoin non così stabile

Innanzitutto, diamo un’occhiata al prezzo ufficiale. Il Petro Calculator del governo ritrae un token solido come una roccia. Ma un prezzo ufficiale di quasi 60 $ per coin dimostra una grave discrepanza con la realtà dei mercati: un barile di petrolio costa quasi la metà.

Questo valore è ugualmente discutibile anche considerando le prestazioni del resto dei prodotti che presumibilmente fanno parte del paniere di beni che determinano il prezzo di un petro. In verità, tuttavia, la cifra derivata da questo calcolo è la meno importante di tutte nel determinare il prezzo reale del petro, poiché nessuno al di fuori del governo lo utilizza più.

Il prezzo del petro sul mercato secondario è sempre stato molto più basso e molto più volatile, nonostante le affermazioni del governo venezuelano secondo cui il petro è una stablecoin a tutti gli effetti.

Sulla piattaforma di trading regionale Amberes, la coppia petro/euro mostra un calo di soli 2 euro durante la crisi di lunedì, da 32 € a poco più di 30 € per gettone, un valore che era già stato testato più volte nel corso dell’anno.

La coppia petro/Bitcoin (la coppia più liquida sulla piattaforma), d’altra parte, mostra un calo da 0,025 BTC per token a 0,024. Su Criptolago, un altro exchange di criptovalute sanzionato dallo stato, la realtà è altrettanto strana.

Sulla piattaforma di trading spot, il petro ha un valore di 0,007 BTC (vicino a 54 $). Ma sul trading board del sito peer-to-peer, il prezzo del petro è di circa 0,0025 BTC (circa 19 $).

Analogamente, sull’exchange Cryptia, il petro è quotato a 0,0046 BTC (circa 36 $), sebbene il volume degli scambi su questa piattaforma sia vicino allo zero. In realtà, appare quindi che i trader non trattino il petro come uno stablecoin, tutt’altro.

E nessuno si attiene al prezzo ufficiale del governo. In effetti, sembra che ogni coppia di trading si comporti in modo completamente diverso ed isolato da qualsiasi valore di mercato reale.