Spencer Dinwiddie vuole tokenizzare il suo contratto

Il mondo dello sport sta dimostrando una notevole apertura nei confronti degli asset digitali. Se sono già molte le squadre di calcio delle maggiori leghe professionistiche ad aver stipulato partnership con aziende operanti nel settore, anche altri sport non si fanno pregare in tal senso. Tra di essi anche il basket, con la più celebre lega mondiale, la National Basket Association (NBA) a fare da apripista, a partire dai Sacramento Kings, franchigia che nel 2018 ha lanciato Mining for Good, un programma di beneficenza con il quale il team mina Ethereum tramite l’utilizzazione di schede video Nvidia, in partnership con MiningStore.
Ora, però, l’iniziativa di cui è protagonista Spencer Dinwiddie, guardia dei Brooklyn Nets, sta provocando la decisa opposizione della stessa NBA. Andiamo a vedere il perché.

Chi è Spencer Dinwiddie

Spencer Dinwiddie è uno dei migliori giocatori della sua squadra. Guardia capace di dirigere il gioco, penetrare e tirare da tre, è riuscito ad affermarsi come uno dei migliori sesti uomini dell’intera NBA, come del resto testimoniano le sue statistiche in carriera (11 punti per gara, conditi da 4,5 assist e 2,6 rimbalzi). Grazie al suo rendimento si è segnalato nelle ultime due stagioni come uno dei giocatori che si sono migliorati di più, oltre che in qualità di autentico fattore in grado di sparigliare le carte con la sua entrata quando la squadra si trova in difficoltà e ha bisogno di nuove energie dalla panchina. Proprio per questo ha spuntato un contratto triennale per 34,4 milioni di dollari dai Nets, squadra che tutti attendono in lotta per il titolo dopo i clamorosi acquisti dell’ultima estate, quelli di Kevin Durant e Kyrie Irving.

La tokenizzazione del contratto

Proprio il suo nuovo contratto firmato in estate, però, sta scatenando l’opposizione dell’NBA. Dinwiddie, infatti, nelle passate settimane aveva deciso di cartolarizzarlo, dando così la possibilità di investire su di esso (il minimo era stato fissato a 150mila dollari) e guadagnare nel medio periodo grazie ai dividendi, alla stregua di una azienda quotata in borsa. Il progetto punta ad ottenere finanziamenti fra i 4,95 e i 13,5 milioni di dollari offrendo un security token basato su Ethereum, sviluppato dalla sua azienda Dream Fan Shares.
L’idea non soltanto consentirebbe a Dinwiddie di guadagnare più di quanto pattuito in sede contrattuale con i Nets, ma anche ad eventuali investitori di puntare soldi sul suo rendimento, sperando in una ulteriore lievitazione dello stesso.
Una vera e propria rivoluzione, che però è stata bloccata dalla lega professionistica, con la motivazione che a norma di regolamento “nessun giocatore può assegnare o trasferire a terzi il suo diritto di ricevere lo stipendio dalla squadra con la quale è sotto contratto”.

La reazione di Dinwiddie

Un’opposizione che si fonda su quanto stabilito dalle regole sottoscritte da chiunque faccia parte della lega, che però non sembra aver scoraggiato il giocatore. Dinwiddie, infatti, ha affermato che nel suo operato non c’è nulla di illegale, in quanto lui non sta creando una nuova criptovaluta, ma dando luogo ad una iniziativa che può accostare ancora di più i fan al gioco. Ora si attendono le nuove puntate della diatriba, che potrebbero rivelarsi sorprendenti.