Tassazione: il Portogallo stringe la morsa sulle criptovalute!

Tassazione: il Portogallo stringe la morsa sulle criptovalute! - iStock 478897762 1 1080x720 1In Portogallo, gli investitori in criptovalute potrebbero rapidamente trovare un ambiente molto meno favorevole. Perché ora si parla di tassare le plusvalenze sugli asset digitali acquistati e rivenduti in un periodo inferiore ai 12 mesi.

Il Portogallo rivede la sua copia sulla tassazione delle criptovalute!

Considerato da molti utenti come un paradiso per gli investimenti o il trading di criptovalute, il Portogallo sta cambiando rotta. Se già a maggio si parlava di iniziare a tassare i beni digitali, la misura sta diventando sempre più concreta. Infatti, compare per la prima volta come proposta nel bilancio del Paese per l’anno 2023.

La proposta di legge segna un importante cambiamento nella politica portoghese. Finora, solo le plusvalenze professionali o commerciali erano tassate per gli asset digitali. Il disegno di legge prevede anche di tassare le commissioni applicate dai broker online sui trasferimenti di criptovalute. L’imposta applicabile sarebbe quindi del 4%. Infine, anche il Portogallo vuole affrontare il crypto mining proponendo un quadro per la sua tassazione.

Trading tassato, non investimento a lungo termine!

Su questo punto, il Portogallo sembra voler accogliere altre iniziative di Paesi come la Germania. Come spiega Antonio Mendes, Segretario di Stato per le imposte:

Si tratta di un regime in linea con il nostro sistema fiscale e anche con quanto avviene nel resto d’Europa.

Volendo tassare i profitti sulle criptovalute detenute per meno di un anno. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il governo portoghese starebbe lavorando a una tassa sulle plusvalenze degli asset digitali detenuti da meno di 12 mesi. L’importo dell’imposta dovrebbe aggirarsi intorno al 28%, che è abbastanza vicino a quello praticato in Francia con la flat-tax (30%).

La misura avrà quindi un ovvio impatto sul trading, che diventerà tassato, anche per le persone fisiche. Ma potrebbe anche rallentare gli investimenti, dato che ora sarà necessario attendere 12 mesi prima di poter vendere i propri beni in esenzione fiscale.

I trader dovranno andare in esilio?

Con la crescita del settore degli asset digitali, molti Paesi hanno cercato di attrarre investitori da tutto il mondo. Ora il Portogallo sembra stringere le viti. Anche altri Paesi lo sono. Recentemente, l’India ha imposto un’imposta del 30% sulle plusvalenze per la proprietà e il trasferimento di beni digitali, sebbene certe imposte non valgono per piattaforme come Bitcoin Revolution. Il Paese ha inoltre modificato il proprio quadro giuridico introducendo una tassa dell’1% su tutte le transazioni effettuate tramite asset digitali. Per le borse di criptovalute del Paese, il pedaggio è stato molto pesante e tutte hanno subito un forte calo del traffico e del volume di scambi.

Sebbene l’introduzione di una tassazione più elevata sembri diventare la norma, non tutti i Paesi stanno adottando la stessa strategia. Ad esempio, la Corea del Sud ha appena rinviato al 2025 il suo progetto di tassare i guadagni in criptovalute al 20%. Per gli investitori in criptovalute, l’El Dorado potrebbe quindi spostarsi nel tempo.