Un aggiornamento delle leggi sulle criptovalute in Corea del Sud impone alle aziende cripto di divulgare le identità degli utenti

Un aggiornamento delle leggi sulle criptovalute in Corea del Sud impone alle aziende cripto di divulgare le identità degli utenti - south korea bitcoinLa Corea del Sud si muove sul fronte cripto, complici le nuove raccomandazioni della Financial Action Task Force. La Commissione per i Servizi Finanziari (FSC) della Corea del Sud ha intenzione di emanare degli emendamenti alle leggi esistenti che rendano obbligatorio per i virtual asset service provider (VASP) all’interno del paese segnalare i nomi dei propri utenti.

Le nuove misure più stringenti

Secondo un comunicato stampa della FSC della settimana scorsa, la commissione ha lanciato una proposta di aggiornamento della legge che governa la privacy dei cittadini della Corea del Sud nelle transazioni finanziarie, irrigidendo i parametri sulla segnalazione dei dati e l’utilizzo di informazioni, allo scopo di aiutare a prevenire il riciclaggio di denaro.

La legge definisce i VASP come “figure aziendali che si impegnano nell’acquisto e nella vendita di asset digitali, e nello scambio tra asset digitali”, nonché custodi, provider di servizi di portafoglio digitale e intermediari.

Tali modifiche avanzate dalla commissione comportano che i VASP dovranno utilizzare conti registrati con nomi reali nelle loro transazioni finanziarie con i clienti. Ulteriori misure richiedono che i VASP aprano conti usando nomi reali presso istituti finanziari, mantengano separati i depositi dei clienti dai propri e ottengano una certificazione sulla sicurezza dei dati dalla Korea Information Security Agency.

I VASP, inoltre, non devono avere subito multe o altri tipi di sanzioni nei cinque anni precedenti e devono “gestire” le registrazioni delle transazioni dei clienti. Sarà inoltre richiesta una valutazione dei rischi di riciclaggio di denaro associati ai VASP da parte delle istituzioni finanziarie.

Non solo criptovalute nella mira del regolatore

Ma le risorse virtuali come le criptovalute, che si possono negoziare con software facili da usare come Bitcoin Revolution, non sono le uniche risorse prese di mira: il regolatore punta a modificare anche le normative che riguardano i token digitali che non possono essere scambiati con valute legali, la moneta elettronica, le azioni registrate elettronicamente, banconote elettriche, materie prime e altro.

Al momento sembra che le carte prepagate, le gift card e le obbligazioni elettroniche siano escluse dal gruppo degli asset virtuali. A settembre scorso, la Financial Action Task Force (FATF), l’organismo di vigilanza intergovernativo sul riciclaggio di denaro, aveva emesso una raccomandazione secondo cui oltre 200 enti regolatori membri dovrebbero profilare gli utenti di criptovaluta per riuscire ad individuare meglio le attività criminali.

La scorsa estate, la FATF ha inoltre stabilito gli standard normativi, inclusa la “travel rule”, stabilendo che i VASP devono trasmettere le informazioni sulle transazioni al di sopra di una soglia di valore prestabilita agli organismi di controllo responsabili sulla giurisdizione.

La proposta dell’FSC è stata progettata per imporre requisiti antiriciclaggio ai VASP in conformità con le raccomandazioni del FATF e non è intesa ad adottare risorse virtuali nei regimi di regolamentazione finanziaria, ha affermato il regolatore. L’FSC ha reso noto che prevede di applicare le modifiche di legge a partire dal 25 marzo 2021.