Un gruppo di avvocati di New York propone un kit di strumenti per testare il decentramento delle blockchain

Un gruppo di avvocati di New York propone un kit di strumenti per testare il decentramento delle blockchain - Ketsal Open StandardsUno studio legale di New York sta provando a testare le affermazioni di decentralizzazione dei progetti blockchain confrontandole con la realtà forse non così decentralizzata.

Il kit “Ketsal Open Standards”

Con il nome di “Ketsal Open Standards”, il toolkit, sviluppato dallo studio legale Ketsal, propone l’utilizzo di dati concreti e misurabili per rafforzare o far cadere le affermazioni di decentralizzazione di una blockchain.

Questo è l’ultimo contributo a un lungo dibattito sulle criptovalute: quando e come qualcosa si può definire veramente decentralizzato? Trovare quella chiave, ha detto il co-creatore del toolkit e partner di Ketsal Josh Garcia, può aiutare gli investitori, i ricercatori di sicurezza e persino le autorità di regolamentazione a sradicare le affermazioni a volte fasulle sui progetti blockchain.

Trentatre parametri per testare il decentramento di una blockchain

Gli standard definiti da Garcia e dalla co-autrice Jenny Leung non sono certo il primo toolkit di misurazione del decentramento di una blockchain, ma sembra essere uno dei più efficaci in circolazione. Trentatré parametri indagano gli effetti concreti dietro la presunzione di decentralizzazione della blockchain.

Molti sono evidenti. Ad esempio, il numero dei nodi della rete di riferimento – una rete decentralizzata dovrebbe averne in abbondanza – e lo stato di licenza del suo codice sottostante – open source o no – sono chiari benchmark.

Ma altri sembrano essere più sofisticati. Il framework di Ketsal propone di soppesare le statistiche GitHub della rete, misurare i tempi di comunicazione tra i nodi, determinare quanto grande è la quota della criptovaluta nei portafogli (ed il peso degli investimenti delle balene) – e anche il costo teorico di un eventuale attacco del 51%, tra gli altri.

La compilazione di queste statistiche può aiutare i ricercatori a comprendere meglio la distribuzione in-the-moment di una blockchain anche se raggiungere un verdetto quantitativo sulla sua decentralizzazione è impossibile, ha detto Garcia. “Non è una risposta alla domanda, ‘Che cos’è il decentramento’, ma è un modo per trovare quella risposta”, ha detto.

Scegliere il decentramento più adatto ad ogni esigenza

Fornire un’ampia selezione di parametri diversi è fondamentale, ha affermato, per servire opportunamente gli analisti politici, computazionali ed economici che cercano una “decentralizzazione” specifica per loro.

Un regolatore di valori mobiliari interessato al test di Howey probabilmente sceglierebbe parametri diversi rispetto a un ricercatore di sicurezza che sonda la rete alla ricerca di bug. Così come analisti in campi diversi potrebbero desiderare parametri simili.

Se tutti i principali miner sono geograficamente concentrati o raggruppati in un unico pool, una blockchain potrebbe affrontare crescenti rischi di centralizzazione e sicurezza, secondo Ketsal.

Quattro pool, da soli, hanno estratto il 58% dei blocchi di Bitcoin nell’ultimo anno, mostra il kit. Garcia ha detto che il suo team ha trascorso mesi a compilare tutti i parametri più rilevanti dalla rete blockchain più conosciuta al mondo. La resilienza di Bitcoin e l’accordo sul fatto che sia effettivamente decentralizzato lo rendono un caso di studio ideale e Garcia ha affermato che è l’ovvio punto di riferimento per contrastare altri progetti.