Andrew Yang vuole adottare la Blockchain per rendere più sicuri i processi elettorali

Andrew Yang vuole adottare la Blockchain per rendere più sicuri i processi elettorali - Andrew Yang 2020

Anche le presidenziali degli Stati Uniti si trovano a fare i conti con gli asset digitali e tutto ciò che gira intorno al mondo delle criptovalute. Come dimostra il caso di Andrew Yang, candidato democratico alla Casa Bianca, che dopo essersi pronunciato a favore delle divise virtuali ha ora rilanciato, affermando la sua intenzione di adottare la Blockchain per rendere più sicuri i processi elettorali.
Per capire meglio la portata della sua affermazione basterebbe ricordare quanto accaduto nel 2000, quando i risultati della Florida, diventati decisivi per la proclamazione del nuovo Presidente, furono oggetto di una vera e propria battaglia legale che avrebbe potuto avere conseguenze incalcolabili. Crisi evitata solo dal senso di responsabilità di Al Gore, candidato democratico che avrebbe potuto conquistare la presidenza in caso di riconteggio delle schede elettorali, dopo la proclamazione della vittoria di Bush per soli 537 voti.

Cosa ha detto Andrew Yang

Ma cosa ha detto di preciso Andrew Yang? In pratica il candidato democratico ha dichiarato che, ove dovesse vincere le presidenziali del 2020, ipotesi comunque reputata al momento molto improbabile da parte degli osservatori, implementerà un sistema elettorale mobile basato sulla tecnologia Blockchain. A spingerlo in tal senso è soprattutto la convinzione che in termini di sicurezza, la maggior parte delle macchine elettorali sia vulnerabile di fronte agli attacchi hacker. Si potrebbe quindi fare in modo da far votare gli elettori mediante lo smartphone proprio adottando i profili di sicurezza resi possibili dalla crittografia e dalla Blockchain.
Il vantaggio di questa risoluzione non sarebbe solo in termini di sicurezza, ma anche di inclusione della popolazione nei processi democratici, in quanto chi non è dotato di smartphone potrebbe comunque ripiegare sul sistema tradizionale, con un notevole dimezzamento delle tradizionali file ai seggi. 

Un fautore delle monete digitali

Andrew Yang si era già distinto nella prima fase delle presidenziali per le sue dichiarazioni in favore delle criptovalute, ad esempio chiedendo linee guida più chiare per il settore, in modo da agevolare non solo gli investitori, ma anche le società che vi operano. Dichiarazioni non di facciata, peraltro, se si pensa che nel mese di luglio, uno dei comitati che lo sostiene ha iniziato ad accettare donazioni in Bitcoin tramite il Lightning Network.
Non meno risoluto il suo appoggio alla tecnologia Blockchain, per la quale Yang prevede un futuro roseo proprio sulla base dell’enorme potenziale messo in mostra nel corso degli ultimi anni. Un potenziale che potrebbe permettere alle istituzioni di mettere finalmente al riparo quei processi elettorali che hanno costituito un punto dolente per la democrazia a stelle e strisce nel corso degli ultimi anni.

Un’idea che avanza anche in altre parti del mondo

L’idea di utilizzare la tecnologia Blockchain va considerata anche alla luce delle ripetute crisi politiche generate dalla contestazione dei risultati elettorali, come ad esempio in Honduras, ove la rielezione del presidente uscente Juan Orlando Hernandez è avvenuta in una maniera tale da spingere le opposizioni a denunciare clamorosi brogli. Una crisi sfociata in gravi disordini di piazza che hanno infine spinto le forze di polizia ad intervenire per riportare la situazione sotto controllo.