Destano molte perplessità le dichiarazioni di Garlinghouse su Ripple

Destano molte perplessità le dichiarazioni di Garlinghouse su Ripple - xrp ripple

Come sta andando Ripple? Nel corso delle ultime settimane XRP ha molto sofferto da un punto di vista mediatico la grande attenzione con cui l’opinione pubblica ha seguito le vicende di Libra e Bitcoin. La nuova criptovaluta di Facebook e la moneta virtuale più famosa si sono infatti  notevolmente giovate di una serie di fattori che hanno in pratica oscurato il resto del lotto e potrebbero continuare a farlo ancora per molto, proprio per le loro caratteristiche.
Occorreva quindi un colpo di scena o comunque qualcosa in grado di riportare XRP sotto la luce dei riflettori e ad incaricarsene è stato nelle ultime ore Brad Garlinghouse, il CEO dell’azienda che ne gestisce lo sviluppo. I risultati della sua strategia rischiano però di non essere particolarmente esaltanti.

Cosa ha detto Garlinghouse?

Oltre 30 accordi alla settimana con il settore bancario: questo sarebbe il bottino che Ripple è riuscito a conseguire nel corso degli ultimi mesi. Lo ha dichiarato nel corso di una recente intervista Brad Garlinghouse, affermando che alla base degli accordi raggiunti ci sarebbe l’utilizzo della tecnologia di XRP per il settlement istantaneo tra le diverse banche. Alla luce della missione che ispira il gruppo di sviluppo del progetto la dichiarazione in proposito non sembra fuori luogo, considerato come sin dai suoi inizi Ripple guardi alle transazioni interbancarie come obiettivo della propria esistenza. Sono però i numeri citati da Garlinghouse a stonare, soprattutto se messi a raffronto con i dati forniti dalla società all’inizio del mese. In quell’occasione, infatti, fu ricordato il varo  di oltre 200 collaborazioni con istituti finanziari di ogni  parte del globo. Al ritmo esplicitato dal CEO basterebbero sette settimane per conseguire un risultato di questo genere. Insomma, Garlinghouse si è fatto probabilmente prendere la mano dalla necessità di magnificare Ripple in modo da rispondere alle eccessive attenzioni dei mezzi di stampa nei confronti di Libra e Bitcoin.

Era Libra l’obiettivo di Garlinghouse?

Nell’ambito della stessa intervista, Garlinghouse ha poi attaccato senza mezzi termini Libra. In particolare ha stigmatizzato l’arroganza con cui Facebook sta portando avanti il suo progetto di criptovaluta, soprattutto alla luce della pessima fama che Menlo Park si è fatto con la gestione dei dati culminata nello scandalo Cambridge Analytica. Una arroganza che peraltro potrebbe esser pagata dagli altri, in particolare dalle società che si occupano di criptovalute, le quali potrebbero essere sottoposte a maggiori controlli.
Proprio l’attacco a Libra ha spinto alcuni analisti a collegare due parti del discorso che pure, ad un primo esame, sembrerebbero slegate. In pratica, secondo questi osservatori, Garlinghouse proverebbe a convincere i mercati sulla bontà del progetto Ripple decantando accordi di cui, al momento, non si ha sicurezza. In mancanza di risultati su questo fronte proverebbe poi a seminare incertezza su quella che potrebbe essere presto una diretta concorrente, in grado con la sua forza intrinseca, stante la potenza di fuoco di Facebook, di crescere proprio a scapito di Ripple. Uno scenario, quest’ultimo, visto con comprensibile ansia dai sostenitori di XRP, che pure già si trovano a dover contrastare la crescita in termini di immagine di Bitcoin.