I dazi di Trump contro l’Unione Europea potrebbero sospingere la quotazione di Bitcoin

I dazi di Trump contro l’Unione Europea potrebbero sospingere la quotazione di Bitcoin - Donald Trump

Buona parte del mondo assiste con grande interesse alla guerra commerciale inaugurata da Donald Trump contro la Cina e l’Unione Europea. La decisione dell’inquilino della Casa Bianca corrisponde alle promesse fatte al proprio elettorato nel corso della galoppata del tycoon, ma potrebbe avere effetti dirompenti non solo sui rapporti con il vecchio continente, ma anche sulla situazione economica globale, mixando i suoi effetti a quelli di una sempre possibile Hard Brexit, ovvero di una uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione Europea.
Effetti cui guardano con estrema attenzione anche coloro che hanno investito i propri risparmi e capitali in Bitcoin. Andiamo a vedere il perché.

Una guerra di vecchia data

Le ostilità tra Unione Europea e Stati Uniti sono ormai di vecchia data e sono dovute agli aiuti che alcuni Paesi dell’area euro hanno concesso al colosso aerospaziale europeo Airbus per lo sviluppo di due suoi modelli, A350 e A380. Finanziamenti che secondo gli USA sarebbero in aperta violazione del principio di libera concorrenza e di conseguenza illegali.
Un parere, quello di Washington, del resto fatto proprio di recente dal WTO, il quale ha dato agli Stati Uniti la possibilità di emettere dazi punitivi contro i prodotti provenienti dall’UE. In base alla dichiarazione fatta da un funzionario dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, l’entità di questi dazi si dovrebbe situare tra i 5 e gli 8 miliardi di dollari, una cifra che secondo altre fonti della stessa organizzazione si avvicinerebbe invece ai 10.

Una situazione già vista nel caso della guerra commerciale con la Cina

Le modalità della guerra commerciale tra USA e UE ricordano molto da vicino quelle che hanno caratterizzato le ostilità tra gli statunitensi e la Cina. In quella occasione, proprio la decisione di Trump di elevare dazi contro i prodotti orientali ha avuto una serie di conseguenze non proprio trascurabili. La prima è stata una caduta della moneta cinese, lo yuan, interpretata da molti come una risposta tesa a neutralizzare praticamente i dazi. La seconda ha visto molti cittadini cinesi pronti a dirottare i propri soldi sul Bitcoin, in modo da mettersi al riparo dalla svalutazione in atto.
Secondo molti analisti, la stessa cosa potrebbe accadere stavolta con molti europei, i quali potrebbero decidere di rivolgersi a BTC per impedire ai propri risparmi di subire una analoga svalutazione della moneta continentale. In tal modo, la quotazione della regina delle divise virtuali potrebbe subire una nuova impennata, andando finalmente ad infrangere il livello di resistenza rappresentato attualmente da quota 11mila dollari.

Il Bitcoin come bene rifugio

Un comportamento, quello dei cinesi e degli europei, che andrebbe peraltro a confermare quanto osservato da alcuni analisti nel corso delle passate settimane, ovvero la trasformazione di Bitcoin in un vero e proprio bene rifugio. Ovvero in uno di quegli asset cui si rivolgono tutti coloro che non vogliono assistere passivamente alla perdita dei propri soldi in corrispondenza di crisi geopolitiche, come ad esempio l’oro. Un comportamento destinato ad influenzare in maniera sempre più notevole la quotazione di BTC, con conseguenze al momento difficilmente immaginabili.