Libra? Troppo centralizzata secondo Joseph Lubin

Libra? Troppo centralizzata secondo Joseph Lubin - Joseph Lubin

Tra le tante dichiarazioni che hanno fatto seguito alla pubblicazione del White Paper di Libra, molte hanno messo in rilievo il fatto che la nuova moneta digitale di Facebook si stia in pratica prefigurando alla stregua di una vera e proprio valuta, senza però dover rispondere alle istituzioni monetarie.

Sino a rendere sempre più concreta la possibilità che le grandi aziende tecnologiche possano ben presto proporsi in qualità di entità superiori agli stessi stati, facendo leva su strumenti valutari sottratti al controllo della politica.

Proprio alla luce di queste considerazioni molti hanno riservato grande attenzione alle affermazioni rilasciate da Joseph Lubin, uno dei fondatori di Ethereum all’interno di un articolo pubblicato sul portale d’informazione Quartz.

Cosa ha detto Lubin?

Nella sua analisi Lubin è partito da una constatazione: Libra sarebbe

“un lupo centralizzato travestito da agnello decentralizzato”.

Una affermazione molto pesante non solo perché va a contrastare una narrazione, quella contenuta proprio nel White Paper la quale vorrebbe Libra del tutto fedele alle idee di democratizzazione all’origine del fenomeno delle divise digitali, ma anche perché in pratica va a denunciare la smodata ambizione del progetto, ovvero quella di imporsi alle leggi vigenti e costituire una sovrastruttura dominante.

Nel seguito del suo intervento ha poi cercato di mitigare l’impatto della premessa, ad esempio affermando che proprio un successo di Libra potrebbe aprire le porte ad un rapporto più disteso tra gli asset digitali e il mondo circostante. L’impressione suscitata dalla sua similitudine è stata però egualmente forte, andando in pratica a confermare i timori di molti analisti e uomini politici.

Ambizioni smodate

Un progetto dalle ambizioni sin troppo smodate, che potrebbe andare a segnare una sorta di punto di non ritorno: questo secondo alcuni sarebbe Libra. Le preoccupazioni che stanno montando in svariati settori sembrano del resto abbastanza giustificati alla luce delle grandi aspettative le quali hanno accompagnato sin dall’inizio il varo del progetto.

Basti pensare ad esempio che proprio il White Paper indica tra gli obiettivi della nuova divisa virtuale di Facebook quello di fungere da strumento privilegiato per il trasferimento delle rimesse finanziarie dei migranti. Secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale, ammonterebbe a ben 300 milioni il numero di persone che vivono fuori dai confini nazionali, provvedendo ad inviare a casa enormi quantitativi di denaro.

Nel corso del 2018 i flussi di rimesse hanno raggiunto 529 miliardi, con un aumento del 9,6% rispetto al dato del 2017. Cui devono poi essere aggiunti quelli inviati dall’enorme numero di migranti illegali i quali sono impossibilitati a servirsi delle reti finanziarie ufficiali, finendo per alimentare i canali illegali di trasferimento di denaro, un vero e proprio pozzo nero cui sono soliti attingere la criminalità organizzata e le organizzazioni terroristiche.

Il problema che si pone è proprio quello relativo all’economia illegale, che potrebbe giovarsi dell’esistenza di un’entità cui la gestione di Libra potrebbe conferire una forza addirittura esorbitante, configurando una sorta di superstato impossibile da controllare. Un problema che sono ormai molti ad evocare, sperando di poter mutare un quadro il quale, al momento, sembra abbastanza preoccupante.