Secondo Boccia (PD) la politica non può restare alla finestra sulle criptovalute

La pubblicazione del White Paper di Libra, l’ormai celebre criptovaluta di Facebook, ha naturalmente provocato una serie di reazioni più o meno prevedibili. A partire da quella del mercato, il quale sembra scommettere su una nuova avanzata del settore, invogliato proprio dai nomi delle aziende che insieme a quella fondata da Mark Zuckerberg mostrano di avere grande fiducia nei destini degli asset digitali.
Tra le voci che si sono elevate nel nostro Paese, c’è da tenere in considerazione anche quella di Francesco Boccia, importante esponente del Partito Democratico, il quale ha voluto pronunciarsi proprio sui rapporti tra politica e divise virtuali.

Il tweet di Boccia

Il parere di Boccia è stato affidato a Twitter, chiedendo in particolare dove siano i governi, le banche centrali e la Commissione Europea in un momento così importante come quello simboleggiato dal prossimo avvento di Libra. Lo stesso Boccia paventa poi il rischio caos che potrebbe derivare dal fatto che stanno ormai aumentando in maniera esponenziale le criptovalute di ogni genere e i mezzi di pagamento alternativi (basterebbe pensare in tal senso ai minibot proposti in Italia e votati all’unanimità dal Parlamento), il cui utilizzo si fa sempre più disinvolto.
Proprio per questo motivo, prosegue l’esponente politico democratico, la politica, ad ogni livello, nazionale e comunitario, non può restare alla finestra, facendo finta che non stia accadendo nulla. Un appello accorato il quale, però, sembra andare in direzione di una repressione del fenomeno, più che verso una regolamentazione in grado di tutelare chi decida di investire nel settore.

Cosa sta accadendo in Italia?

Le preoccupazioni espresse da Boccia cadono in un quadro ancora abbastanza confuso. Se è infatti vero che nel nostro Paese latita una regolamentazione degli asset digitali, è pur vero che la Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa), l’autorità preposta alla vigilanza sulle attività di carattere finanziario si sta attivando per cercare di stendere un quadro di regole chiare
Un quadro di regole che sono peraltro state richieste anche dalle numerose startup italiane attive nel settore della Blockchain, proprio al fine di poter infine contare su un quadro normativo in grado di assicurare certezze, senza però risultare troppo invasive. In assenza del quale le stesse potrebbero infine decidere di trovare un ecosistema più confortevole e accogliente, come ad esempio quello che si sta profilando a Malta o San Marino, Paesi che hanno più volte espresso la loro intenzione di trasformarsi in veri e propri hub tecnologici. Un evento che potrebbe rivelarsi disastroso per l’Italia, tagliando fuori il Paese da un settore ad elevato grado di innovazione e il quale potrebbe comportare la creazione di posti di lavoro per i molti giovani italiani che sono alla ricerca di occupazione.
Le parole di Boccia, in definitiva, mostrano una attenzione verso le criptovalute la quale potrebbe infine indirizzarsi verso una stretta normativa tale da rivelarsi esiziale per il settore in Italia, quando invece ci sarebbe bisogno di creare condizioni favorevoli per le aziende tecnologiche per impedire loro di lasciare il Paese.