Cosa sta realmente accadendo in India sulle criptovalute?

Cosa sta realmente accadendo in India sulle criptovalute? - Criptocurrency India

Nella settimana passata, si era propagata la voce secondo la quale il governo indiano avrebbe in pratica bandito le criptovalute. Rumors basati sulla diffusione di un rapporto attribuito al governo di Nuova Delhi, di cui non era stata verificata l’effettiva attendibilità. Nei giorni successivi, però, non solo non è arrivata conferma di questo supposto ostracismo verso gli asset digitali, ma l’agenzia di stampa locale Inc42 ha diffuso le dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Finanze indiano, Anurag Thakur, il quale non ha avuto eccessive remore a precisare come non esista alcun disegno di legge che preveda una mossa di questo genere.

Botta e risposta molto eloquente

A chiarire in maniera ancora più esauriente la questione ha poi concorso quanto accaduto di recente nel Rajya Sabha, la Camera alta del Parlamento indiano. In questa sede, infatti, il deputato Dharmapuri Srinivas, del partito Telangana Rashtra Samithi ha chiesto se il governo avesse proceduto a mettere fuorilegge le cryptocurrency e se preso atto della prevalenza della criptovaluta nel paese abbia deciso di intraprendere azioni mirate contro le persone responsabili della gestione della stessa sul mercato.
Domande ben precise, cui Thakur ha risposto con altrettanta nettezza, negando in entrambi i casi.  Il motivo di questo diniego sta soprattutto nel fatto, secondo il Ministro, che allo stato attuale non esiste una legge in grado di affrontare le questioni relative al settore.

Le dichiarazioni del 16 luglio

Va poi aggiunto che lo stesso Thakur, il 16 luglio, aveva dichiarato che proprio per cercare di affrontare le vaste tematiche connesse alla monete virtuali, il governo di Nuova Delhi ha costituito un comitato interministeriale (IMC) sotto la presidenza del Segretario agli Affari economici. Comitato che secondo il ministro avrebbe presentato il rapporto in cui si chiedeva appunto di mettere fuorilegge le divise virtuali, generando il falso convincimento che la risoluzione fosse già stata presa.

Va peraltro sottolineato che proprio quanto accaduto in India può essere considerato alla base del fraintendimento, in quanto otto giorni prima proprio Thakur aveva dichiarato come il lavoro dell’IMC fosse da considerare non prossimo ad una conclusione. In quella occasione si trattava della risposta al quesito posto da un altro deputato, S. Gnanathiraviam, deputato del DMK di Tirunelveli nella Lok Sabha, la Camera bassa del Parlamento e Thakur aveva affermato che l’IMC stava affrontando la questione con la dovuta e giustificata cautela.
Una versione, quella della presentazione del rapporto in questione, che ha però generato un vero e proprio giallo, in quanto un alto funzionario del Dipartimento degli Affari Economici (DEA), su precisa domanda rivolta da Inc42 aveva negato l’ipotesi nell’arco temporale in questione, affermando invece che il documento era stato effettivamente presentato ad aprile.

Proprio all’interno di quel rapporto il governo raccomandava un divieto completo sul trading di criptovaluta in India. Il fatto che lo stesso progetto di legge non sia poi stato portato avanti è stato interpretato come un atto distensivo da parte delle startup operanti nell’ambito della crittografia, le quali sperano in ulteriori modifiche ad esse favorevoli. Ora non resta quindi che attendere la prossima puntata.