Depositata negli USA una proposta di legge tesa a impedire l’emissione di criptovalute private

La questione Libra sembra destinata ad agitare non poco le acque della politica statunitense nel corso dei prossimi mesi. A dimostrare come la moneta virtuale di Facebook rappresenti un vero e proprio nervo scoperto per ampi settori istituzionali del Paese, è una recente proposta di legge tesa ad impedire alle grandi aziende tecnologiche di allargarsi alla finanza e di emettere criptovalute. Naturalmente la proposta in questione non cita Libra, ma sembra ritagliata su di essa alla stregua di un vestito su misura. Tanto da spingere molti analisti a vaticinare l’approssimarsi di una vera e propria tempesta.

Cosa dice la proposta di legge

La proposta, intitolata “Keep Big Tech Out Of Finance Act”, è frutto del lavoro portato avanti dalla maggioranza democratica che guida la Commissione sui servizi finanziari della Camera. Già questa circostanza spinge gli osservatori a concludere che il vero obiettivo della legge sia proprio Facebook, considerato come proprio quella commissione si sia in pratica posta di traverso sulla strada di Libra, chiedendo espressamente a Menlo Park di sospendere i piani di sviluppo della sua moneta virtuale.
Ma cosa dice, in poche parole, la normativa in questione? In pratica, le aziende che dovessero violare il divieto di varare proprie criptovalute potrebbero rischiare sanzioni sino ad 1 milione di dollari al giorno. Il novero delle aziende cui non sarebbe permesso di operare alla stregua di banche ed emettere cryptocurrency va a comprendere in particolare le piattaforme online che riescano a collezionare almeno 25 miliardi di dollari sotto forma di entrate annuali. Leggere in controluce Facebook non è stato quindi difficile per gli analisti.

Un vero e proprio avvertimento

Un vero e proprio avvertimento alle FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google): questo, secondo gli osservatori, sarebbe la proposta di legge democratica. Le stesse aziende che secondo Cameron Winklevoss, uno dei gemelli creatori dell’exchange Gemini, entro e non oltre un paio di anni avranno emesso la propria criptovaluta, ipotesi vista con aperto fastidio dalla politica, a parte alcuni settori che continuano a vedere il bicchiere mezzo pieno e a mostrare il loro favore per l’innovazione che caratterizza il settore degli asset digitali. Fastidio che del resto può anche risultare comprensibile alla luce delle smodate ambizioni espresse dal White Paper di Libra, che secondo alcuni potrebbero essere interpretate alla stregua di un attacco al potere imperiale del dollaro.

Una sponda per Trump

Va anche sottolineato come la proposta di legge democratica potrebbe portare ad una nuova frizione tra i repubblicani e Donald Trump, attuale inquilino della Casa Bianca che è espressione proprio del Grand Old Party. E’ stato lo stesso tycoon che presiede gli Stati Uniti, infatti, nei mesi passati ad esprimere più volte la sua netta contrarietà di fronte alle criptovalute, tanto da spingersi a chiedere a Facebook di decidersi ad operare come una vera e propria banca, sottoponendosi in particolare alle normative cui sono soggette le istituzioni bancarie, se vuole realmente poter emettere e gestire la propria divisa digitale. Parole che sono state interpretate come una vera e propria dichiarazione di guerra.