Prosegue il fuoco di sbarramento contro Libra

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Per Libra sembra farsi sempre più tortuosa la strada che dovrebbe infine condurre al sospirato esordio sui mercati. Al già ricco ventaglio di pareri contrari emessi da personalità autorevoli del mondo politico e finanziario nei giorni passati, nel corso delle ultime ore se ne sono aggiunti altri che comunque non si mostrano indulgenti verso la nuova criptovaluta di Facebook.

Il parere del G7 su Libra

Il primo parere in questione è quello che è stato rilasciato durante il G7 dei ministri finanziari tenutosi a Chantilly, meeting il quale ha visto proprio Libra tra gli oggetti di discussione. Un parere che non dovrebbe lasciare tranquilli i vertici di Menlo Park, considerato come secondo i ministri riuniti in Francia la moneta virtuale di Facebook potrebbe addirittura destabilizzare il sistema finanziario globale, ove non fosse opportunamente ingabbiato in un sistema di regole certe.

Se questo è stato il punto maggiormente evidenziato dai commentatori, va però precisato che nel corso del summit Benoit Coeure, membro del consiglio di amministrazione della Banca Centrale Europea, ha anche assunto una posizione molto più articolata. In particolare ha dichiarato che le stablecoin globali potrebbero presentare alcuni vantaggi di non poco conto, andando ad esempio ad aumentare la concorrenza nel settore dei pagamenti, ridurne le commissioni a carico dei consumatori e dare vita ad una inclusione finanziaria maggiore rispetto a quella odierna, permettendo a molte persone di avere strumenti in tal senso di cui oggi non possono disporre. Sull’altro piatto della bilancia occorre però mettere difetti di non minore rilevanza, a partire dal possibile utilizzo per l’economia illegale e per il terrorismo internazionale.

L’anatema di Brad Sherman

Altro parere, molto più negativo anche perché depurato delle possibili ingessature istituzionali che hanno spinto Coeure a smussare il tono delle sue dichiarazioni, è poi arrivato da Brad Sherman, membro democratico della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Secondo lui, infatti, il varo di Libra equivarrebbe alla richiesta d’amicizia in voga su Facebook a soggetti come oligarchi, spacciatori di droga, trafficanti di esseri umani e terroristi.

Le sue parole sono state affidate a Twitter e non hanno esitato ad indicare Mark Zuckerberg come l’artefice di un piano intenzionale volto ad aggirare la legislazione contro il riciclaggio degli Stati Uniti.

Dichiarazioni che non hanno destato eccessiva sorpresa alla luce del fatto che proprio Sherman è stato uno dei più critici nel corso dell’audizione tenuta al Congresso proprio su Libra. Tanto da spingersi a mettere in guardia il Financial Services Committee, affermando che la stablecoin di Menlo Park potrebbe trasformarsi nel problema più grosso che l’organismo dovrà affrontare nel corso del prossimo decennio.

Un problema che potrebbe però rivelarsi una semplice inezia di fronte all’ipotesi che Libra possa essere utilizzata al fine di finanziare il prossimo terribile attacco terroristico, eventualità che per Zuckerberg potrebbe trasformarsi in un vero e proprio incubo.
Un parere, quello di Sherman, che sembra farsi sempre più largo non solo nell’opinione pubblica, ma anche presso le istituzioni politiche e finanziarie, proprio alla luce delle smodate ambizioni espresse all’interno del White Paper di Libra.