Exchange criptovalute, da USA e Giappone il traffico più importante

Gli Stati Uniti e il Giappone sono i due Paesi nelle prime posizioni della classifica di maggiori “contribuenti” al traffico degli exchange di criptovalute.

Stando a quanto afferma una ricerca stilata da The Block e pubblicata il 31 maggio, gli Stati Uniti e il Giappone rappresentano infatti la stragrande maggioranza del traffico web che si dirige da e verso le borse di criptovaluta. Lo studio ha infatti mostrato come il 24,5% di tutto il traffico degli exchange abbia origine negli Stati Uniti, con il Giappone che si “accontenta” di un notevole secondo posto con il 10% del traffico totale. La Corea del Sud completa il podio con la terza posizione, e una quota del 6,5% sul totale.

Tuttavia, mentre gli Stati Uniti e il Giappone possono ben consolidare i primi posti nella ricerca, The Block riferisce che i dati sono in realtà piuttosto “distorti” rispetto ad alcuni Paesi. La Cina, ad esempio, la cui popolazione ha espresso un forte desiderio di investire e commerciare con le criptovalute, potrebbe rappresentare una percentuale ancora maggiore di quelle sopra riportate.

Dato il giro di vite del governo cinese sugli investimenti in criptovalute, infatti, la maggior parte degli utenti cinesi sta operando attraverso reti private virtuali (VPN), non rivelabili puntualmente da tale analisi sotto il profilo dell’origine dell’utenza. Per questo motivo, la Cina potrebbe in realtà rappresentare una percentuale maggiore di utenti coinvolti nel trading di criptovalute, ma erroneamente attribuiti ad altri paesi attraverso le VPN.

È interessante notare inoltre come i dati rilevati da The Block siano stati in grado di determinare una correlazione diretta tra il prodotto interno lordo pro capite di un Paese e il numero di utenti che contribuiscono al traffico negli exchange criptografici.

“I dati ci dimostrano che i Paesi più poveri non effettuano operazioni in criptovaluta quanto i Paesi più ricchi” – ha affermato la ricerca, con The Block che, in definitiva, afferma che la criptovaluta sia un fenomeno globale, anche se gli Stati Uniti rappresentano un quarto di tutto il traffico web sugli exchange.

Ancora, il dossier ci rivela come l’adozione delle criptovalute nel corso del 2019 sia andata costantemente in aumento, anche se pochi utenti stanno effettivamente utilizzando bitcoin e altcoin per le transazioni commerciali.

Inoltre, nonostante la mancanza di un’elevata fruibilità, la criptovaluta si trova oggi in una posizione molto migliore rispetto al 2017, quando i mercati avevano raggiunto il massimo storico, prima di crollare. La moneta globale che Facebook vorrebbe lanciare, e i movimenti più fiduciosi da parte di alcune grandi istituzioni finanziarie, potrebbero presto dare nuovo slancio a questa asset class.