Guerra commerciale USA – Cina, un “bene” per Bitcoin?

Stando a quanto suggerisce un recente intervento su CNBC, la Casa Bianca starebbe prendendo in considerazione la possibilità di impedire alle imprese statunitensi di investire in Cina. È anche per questo motivo che le azioni delle principali società cinesi hanno subito importanti ripercussioni, salvo poi assistere alle dichiarazioni del Tesoro americano, che ha messo a tacere le voci.

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Tuttavia, con i negoziati commerciali che riprenderanno solo il 10 ottobre, l’incertezza getta dubbi sulle possibilità di una risoluzione. Quest’ultima debacle, proveniente dalla Casa Bianca, è servita solo ad iniettare più ansia nei mercati. E, peggio ancora, potrebbe aver danneggiato ciò che resta nella poca affabilità cinese.

Stando così le cose, le crescenti tensioni commerciali, e l’incombente recessione globale, potrebbero essere il catalizzatore di un boom dei prezzi di Bitcoin?

A domandarselo sono molti investitori, soprattutto in un contesto come quello attuale, in cui tutto ciò che avverrà è ancora avvolto dalle nubi. Se effettivamente dovesse tuttavia concretizzarsi un’ipotesi come quella sopra individuata, si tratterebbe di uno shock fortemente impattante. Talmente impattante che un portavoce del governo ha dovuto gettare acqua sul fuoco, affermando che “l’amministrazione non sta pensando di bloccare le società cinesi dalla quotazione delle azioni sulle borse americane in questo momento”. Non fornire alcun dettaglio ulteriore ha tuttavia aumentato l’incertezza, piuttosto che placare i timori di un ulteriore protezionismo.

Bloomberg

Secondo quanto commentava nelle stesse ore Bloomberg, di fatti, i piani per limitare gli investimenti americani in Cina sono in realtà reali, e i funzionari della Casa Bianca sarebbero altresì molto infastiditi dal fatto che i loro piani siano trapelati al pubblico in una fase così precoce.

Sancito ciò, mentre i negoziati commerciali riprenderanno tra pochi giorni, non c’è dubbio che queste voci creino ulteriore rabbia in quel di Pechino. Il delisting delle società cinesi influirebbe su miliardi di investimenti garantiti negli Stati Uniti. E arriva in un momento in cui il Partito Comunista Cinese sta cercando di aumentare l’accesso straniero ai suoi mercati. Stando così le cose, mentre il mondo vacilla sull’orlo di una recessione globale, un’ondata di ulteriori ostilità non fa nulla per risolvere i nervosismi.

Come tale, parlare di Bitcoin come asset “favorito” non è certo un’utopia. Sebbene la scorsa settimana abbia perso grave terreno, la criptovaluta rimane una delle poche opzioni rimaste come copertura contro il collasso economico…