Il Congresso degli USA chiede un rinvio del lancio di Libra

L’arrivo del White Paper di Libra, la nuova criptovaluta che Facebook dovrebbe lanciare secondo le previsioni il prossimo anno, continua a far parlare molto di sé e a provocare non poche fibrillazioni della politica. Se in Italia è stato Francesco Boccia, deputato del Partito Democratico, a pronunciarsi sul tema, negli Stati Uniti è stata invece la parlamentare democratica Maxine Waters, componente del Congresso, a chiedere a Menlo Park di rimandare l’esordio della sua creazione. Una richiesta dettata da evidenti preoccupazioni.

Il tweet della Waters

Il parere della deputata democratica anche in questo caso è stato affidato ad un tweet, in cui la Walters ha preso spunto dal passato definito “turbolento” di Facebook per chiedere alla compagnia di posticipare il debutto di Libra. Il motivo di questa richiesta sarebbe da ricercare nella necessità da parte delle autorità istituzionali e politiche statunitensi di esaminare i problemi che si accompagnerebbero all’evento e di proporre soluzioni in tal senso, provando a regolamentare al meglio il quadro in cui l’arrivo di Libra sta per avvenire.
Va comunque sottolineato come la dichiarazione di Maxine Waters non sia da prendere alla leggera, considerato come si  tratti del Presidente della Commissione dei servizi finanziari della Camera. All’interno di Facebook, in effetti, non si è elevato un muro, ma anzi sono arrivate reazioni concilianti, nel chiaro tentativo di non alimentare polemiche in un momento così importante per l’azienda.

Le reazioni di Facebook

Se dall’interno del Congresso non si sono fatte registrare reazioni apprezzabili, sotto forma di appoggio alla posizione espressa dalla Waters, un portavoce di Facebook ha invece provveduto a dichiarare che l’azienda non vede l’ora di poter interloquire e rispondere ad eventuali quesiti provenienti dal Congresso o da altre istituzioni politiche, man mano che il debutto di Libra si avvicina.
Una reazione che in molti hanno subito ricondotto alle controversie che nel corso degli ultimi anni hanno costretto Facebook a dover rendere conto del proprio operato, anche di fronte ad una commissione ad hoc istituita dal Parlamento statunitense.

Qual è il vero nodo del contendere

Più che le implicazioni di carattere monetario, anche in questo caso a preoccupare le autorità politiche degli Stati Uniti sarebbero le modalità di raccolta ed utilizzazione dei dati riguardanti le transazioni finanziarie degli utenti, che ove terminassero il loro percorso nelle mani dell’azienda potrebbero andare ad acuire i problemi di privacy i quali già in passato hanno pesato non poco sulla reputazione di Menlo Park.

Il ruolo di Calibra

Va comunque sottolineato come Facebook si sia mostrata accomodante in tal senso, almeno sinora. Proprio all’interno del White Paper di Libra, infatti, viene specificato come ad occuparsi delle transazioni sarà Calibra, azienda di sua proprietà registrata presso la FinCEN, cui spetterà il compito di tenere separati i dati delle transazioni da quelli raccolti dalla società madre. Un intento che desta non pochi dubbi, esplicati soprattutto dal senatore Sherrod Brown, secondo il quale lui Facebook sta diventando troppo grande e troppo potente, tanto da destare dubbi sull’effettiva possibilità di poterne controllare appetiti e comportamenti.