Il sindaco di Vancouver vuole vietare gli ATM di criptovalute

Il sindaco di Vancouver vuole vietare gli ATM di criptovalute - Vancouver

Com’è noto, da più parti piovono sospetti sulle criptovalute, accusate in particolare di essere lo strumento ideale per poter ripulire capitali di dubbia o illecita provenienza. Un’accusa che nel corso degli ultimi mesi è tornata più volte a fare capolino nelle dichiarazioni di personalità di rilievo del mondo politico e finanziario. Come ha fatto di recente Neil Wals, direttore del Global Cybercrime Program dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, il quale non ha esitato ad affermare che proprio le monete virtuali hanno reso più dura la lotta al riciclaggio di denaro, oltre a rivelarsi un ottimo strumento per le attività terroristiche.
Altrettanto duro era poi stato Steven Mnuchin,il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, il quale aveva a sua volta dichiarato l’intenzione da parte delle agenzie governative di impedire che Bitcoin (BTC) e altre criptovalute possano trasformarsi in un “equivalente dei conti bancari numerati in Svizzera”.

Il sindaco di Vancouver propone il bando agli ATM di BTC e criptovalute

A riaprire il fronte è stato poi Kennedy Stewart, il sindaco della città di Vancouver, in Canada, il quale non ha avuto eccessive remore nel dichiarare l’intenzione di prendere in considerazione la messa al bando dei Bancomat di Bitcoin e altre valute virtuali. Intenzione derivante dalla preoccupazione che questi macchinari possano rivelarsi strumento prezioso per il riciclaggio di denaro, come riportato da Next Web nel giugno scorso. Una dichiarazione che ha naturalmente destato una certa sensazione, proprio alla luce del fatto che sono sempre di più nel Nord America gli sportelli automatici dedicati a BTC e Altcoin.

Perché le dichiarazioni di Stewart?

Sempre secondo Next Web, il primo cittadino della città canadese avrebbe riferito la sua intenzione dopo aver preso visione di un rapporto delle forze di polizia, pubblicato dal portale, in cui si afferma in modo molto chiaro che i criminali potrebbero facilmente procedere all’acquisto di un ATM per Bitcoin al fine di rendere più facile il lavaggio dei capitali da ripulire. Un’operazione di questo genere comporterebbe l’impiego di poche migliaia di dollari, un vero e proprio investimento grazie al quale diventerebbe possibile depositare i contanti incriminati sul macchinario in modo da trarne profitto, eliminando al contempo le commissioni di transazione che sarebbero invece necessarie ove si praticassero strade alternative.

I casi di riciclaggio tramite BTC stanno aumentando in maniera esponenziale

Per capire il livello dell’allarme sulla questione del riciclaggio di capitali sporchi tramite impiego di criptovalute, va ricordato come proprio le autorità prevedano di ricevere non meno di 840 segnalazioni relative alla valuta digitale nel corso di quest’anno, ovvero ben tre volte il numero di segnalazioni prodotte nei dodici mesi precedenti. Oltre a Vancouver, anche il consiglio comunale di Richmond si è interessato alla questione, mentre la provincia della Columbia Britannica ha a sua volta messo in calendario un’indagine sul tema.
A sostegno di tali iniziative occorre ricordare come secondo CoinATMRadar, siano ormai 694 gli sportelli automatici di criptovaluta in Canada, di cui 76 proprio a Vancouver. Un numero tale da destare non poca inquietudine nelle autorità locali, proprio alla luce delle tante denunce provenienti dalle più disparate istituzioni.