In Germania le aziende operanti negli asset digitali dovranno richiedere una licenza

In Germania le aziende operanti negli asset digitali dovranno richiedere una licenza - Criptocurrency

La Germania si appresta a dare una notevole stretta nel settore delle criptovalute. Dal prossimo anno, infatti, le aziende operanti nel settore degli asset digitali potranno continuare a farlo solo se saranno riuscite ad ottenere una licenza da parte della Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht (BaFin), ovvero l’ente governativo preposto alla regolamentazione e al controllo dei mercati finanziari.
La notizia è stata rilanciata da Cointelegraph Deutschland, destando più di qualche apprensione in particolare tra gli exchange e i gestori di portafogli elettronici (wallet), in quanto potrebbe essere il preludio ad una ulteriore stretta in un settore che fa della decentralizzazione il suo vessillo.

Le reazioni degli ambienti politici e legali

Naturalmente le reazioni alla notizia sono state abbastanza variegate. Per quanto riguarda la politica, c’è da registrare in particolare la dichiarazione di Frank Schäffler, membro del Partito Liberal Democratico Tedesco, secondo il quale una normativa come quella che obbliga le aziende ad ottenere il permesso ad operare da parte di BaFin non solo si rivelerà un ostacolo nei confronti dell’innovazione, ma spingerà le imprese legate del settore a spostare le proprie operazioni in altri paesi dell’Unione Europea, ove l’ambiente è più favorevole nei confronti delle cryptocurrency.

Di parere esattamente contrario Christian Schmies, che presta il suo operato all’interno dello studio legale Hengeler Mueller, il quale non ha nascosto la sua soddisfazione per la nuova proposta di legge. Secondo lui, infatti, proprio la maggiore chiarezza normativa introdotta con la sua approvazione sarebbe in grado di apportare notevoli benefici all’industria degli asset digitali.

Un parere dovuto in particolare al fatto che la tecnologia Blockchain, nonostante la sua ormai evidente utilità per i pagamenti elettronici e altri procedimenti anche di carattere industriale, non sarebbe ancora stata del tutto accettata dagli investitori istituzionali. Ad impedirne la piena accettazione sarebbero proprio le chiare lacune del quadro giuridico.

La Germania e le criptovalute

Naturalmente anche in Germania ferve la discussione sulle monete virtuali. Di cui è stato protagonista nel corso del 2018 anche Felix Hufeld, presidente della BaFin, il quale non ha esitato a criticare le lentezze della politica, in particolare degli organi regolatori europei, affermando la chiara necessità di arrivare in tempi rapidi ad una normalizzazione globale delle ICO (Initial Coin Offering). Una necessità derivante dal fatto che le offerte iniziali di moneta sarebbero ancora troppo dense di rischi per gli investitori.
Esigenze di sicurezza espresse anche dal governo federale, che in più occasioni ha appoggiato le richieste di regolamentazione delle criptovalute provenienti in particolare da Parigi, con il chiaro intento di creare una sorta di gabbia in grado di evitare l’emersione di problematiche legate in particolare al loro utilizzo nel quadro dell’economia illegale.

In questo quadro, però, proprio nel corso dell’ultima settimana è emersa una novità di notevole rilievo. La Banca Centrale Tedesca, infatti, ha emesso un parere abbastanza lusinghiero su Libra, affermando che la nuova divisa virtuale di Facebook potrebbe assicurare notevoli vantaggi al mondo della finanza. Proprio per questo sconsiglia l’adozione di un quadro di regole eccessivamente severe, il quale potrebbe ingabbiarne le potenzialità.