La Russia vuole tassare le criptovalute?

La Russia vuole tassare le criptovalute? - Vladimir Putin

Il tema delle criptovalute è sempre di grande attualità in Russia. L’embargo di cui è vittima il Paese ormai da anni, obbliga infatti le autorità politiche e monetarie del Paese a guardare con grande interesse a tutto ciò che potrebbe attenuarne gli effetti e le monete digitali sono tra le possibili opzioni in tal senso. Non a caso si rincorrono ormai da mesi i rumors relativi all’intenzione della Russia di varare una propria criptovaluta, sulle orme del Venezuela di Maduro.
Negli ultimi giorni va sottolineato come la discussione in atto sia stata rilanciata dall’Associazione delle Banche, la quale ha provveduto a lanciare una proposta tesa a regolarizzare l’utilizzo del Bitcoin e delle altre monete virtuali all’interno del Paese. La proposta è basata sull’equiparazione della moneta virtuale ad un asset, si tratti di un oggetto con un valore economico o di denaro proveniente da una transazione online e rappresenta comunque un passo avanti rispetto alla contrarietà agli asset digitali espressa più volte in passato dalla banca centrale russa.

Tassare le monete virtuali, non vietarle

La ratio che ha spinto l’ente proponente sembra abbastanza chiara: le monete digitali possono rappresentare uno strumento alternativo utile per attutire gli effetti delle sanzioni imposte da Trump, quindi non ha molto senso vietarle. Mentre ha molto più senso tassarle, in maniera magari lieve, iniziando quindi a stabilire un controllo a livello statale sul settore, di modo che non possa prestare il fianco ad intrusioni della criminalità organizzata o alle manovre di chi intende eludere il fisco. Il modo migliore per farlo, sempre secondo l’Associazione delle Banche, consiste nel vietare le transazioni anonime, spingendo così le criptovalute ad agire alla luce del sole.

I piani del Ministero dello Sviluppo Economico

La proposta di tassare gli asset digitali sembra peraltro più rispondente a quelli che sono i piani del governo russo, il quale ha già messo in cantiere una serie di test sulle monete virtuali, da effettuare all’interno di sandbox regolamentari che dovrebbero sorgere in quattro regioni pilota dislocate all’interno del territorio nazionale.  Va rimarcato che tra gli obiettivi principali di queste sperimentazioni c’è proprio quello di sviluppare canali crypto non solo efficaci, ma anche stabili ed economici, grazie ai quali potrebbe diventare più agevole aggirare le sanzioni che stanno gravando da tempo contro una serie di settori e aziende molto importanti per l’economia russa.

Le dichiarazioni di Putin

Lo stesso Vladimir Putin, in alcuni suoi recenti discorsi, ha affermato come l’economia russa debba instradarsi con decisione verso una digitalizzazione che è ormai vista come un obiettivo irrinunciabile. In un discorso tenuto lo scorso 24 aprile ha anche affermato che ove questa riconversione fallisse il futuro dell’economia russa sarebbe messo a serio repentaglio. C’è quindi da attendersi anche nel futuro immediato nuovi passi del governo tali da portare infine allo sfruttamento della tecnologia blockchain e delle criptovalute. Nell’attesa, il governo sta allacciando rapporti sempre più stretti con il Giappone, individuato come il miglior partner possibile in tal senso, considerate le competenze acquisite da Tokio in questo settore.